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Sorelle novantenni legate e rapinate in casa a Padova: in tre in carcere, una era la badante

Il colpo, avvenuto a Megliadino San Fidenzio, risale alle fine del 2015. In carcere a Montorio sono finiti tre soggetti, che oggi hanno 54, 52 e 29 anni, per rapina aggravata in abitazione.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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A dieci anni di distanza dai fatti, la giustizia ha chiuso il cerchio sulla brutale rapina avvenuta a Megliadino San Fidenzio, in provincia di Padova. I Carabinieri della Stazione di Cologna Veneta hanno eseguito tre ordini di carcerazione emessi dalla Procura di Rovigo. I provvedimenti nei confronti di tre individui di nazionalità italiana: due uomini rispettivamente di 54 e 52 anni e una donna di 29 anni, ritenuti responsabili dell'assalto.

L’episodio criminoso risale alla sera del 16 dicembre 2015, quando la tranquillità di una casa abitata da due anziane sorelle, ultranovantenni, venne brutalmente spezzata da un’irruzione violenta e meticolosamente pianificata. Un gruppo di malviventi, con il volto coperto e armati, fece irruzione nell’abitazione con l’unico intento di sottrarre ogni oggetto di valore.

La violenza con cui agirono fu spietata: le due donne furono minacciate e costrette con la forza a obbedire agli ordini dei rapinatori. Dopo averle immobilizzate legando loro mani e piedi, le costrinsero a sdraiarsi su un letto, impedendo loro qualsiasi possibilità di reazione. Mentre le vittime erano in preda al terrore, i criminali rovistarono ogni angolo della casa, portando via denaro, gioielli e altri beni preziosi prima di darsi alla fuga, lasciando le anziane in condizioni di estrema vulnerabilità.

La rapina venne scoperta solo diverse ore dopo, quando la loro badante, giunta in casa per l’usuale assistenza, trovò le due sorelle ancora legate. Sotto shock, la donna allertò immediatamente le forze dell’ordine e i soccorsi.

Tuttavia, nel corso delle indagini, i Carabinieri fecero una scoperta sconvolgente: la badante, lungi dall’essere una semplice testimone o una vittima indiretta, era in realtà una delle menti dietro il colpo.

Attraverso un’approfondita ricostruzione degli eventi, gli inquirenti accertarono che la donna aveva fornito ai complici informazioni cruciali per la pianificazione della rapina. Conoscendo nel dettaglio le abitudini delle anziane, gli orari in cui si trovavano sole in casa e i punti esatti in cui erano custoditi gli oggetti di valore, aveva agevolato l’azione dei malviventi, rendendo l’irruzione particolarmente efficace. Il suo ruolo nella vicenda, scoperto grazie a intercettazioni e testimonianze, ha rappresentato un elemento chiave per la risoluzione del caso.

Dopo un lungo iter giudiziario, le indagini hanno portato all’identificazione dei responsabili. L’esecuzione degli ordini di carcerazione segna la conclusione di un caso che aveva scosso profondamente la comunità locale, dimostrando ancora una volta l’importanza della perseveranza investigativa nel garantire giustizia per le vittime di reati così efferati.

Dopo anni di indagini e procedimenti giudiziari, la giustizia ha finalmente fatto il suo corso. I tre arrestati, una volta espletate le formalità di rito, sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale di Verona Montorio, dove dovranno scontare una pena di quasi tre anni di reclusione.

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