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Sopravvissuto 20 ore sotto la neve, Carluccio Sartori: “Non volevo morire: pregavo mia madre”

Travolto da una valanga in Val Badia, lo scialpinista Carluccio Sartori racconta dal letto di ospedale le 20 ore trascorso sotto la neve: “Sono riuscito a scavare un piccolo buco per poter respirare, poi ho fatto di tutto per non addormentarmi, la voglia di non morire mi ha dato la forza”.
A cura di Chiara Ammendola
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Carluccio Sartori e i soccorsi del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
Carluccio Sartori e i soccorsi del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico

“Quando ho capito che ero bloccato, ho pensato ‘intanto respiro'. E così ho sfondato la neve col braccio, e ho iniziato a fare un arco muovendo pian piano le dita, in modo da creare un imbuto per respirare. La forza che ti trovi in quei momenti te la dà solo la voglia di continuare a vivere”, sono queste alcune delle parole pronunciate dall'imprenditore e scialpinista Carluccio Sartori rimasto sepolto dalla neve per oltre 20 ore dopo essere stato travolto da una valanga in Val Badia.

È sopravvissuto a una notte e a quasi un'intera giornata a temperature bassissime, riuscendo a creare un piccolo varco che gli consentisse di respirare. Ora dal letto di ospedale dove si trova ricoverato, nel reparto di terapia intensiva all’ospedale San Maurizio di Bolzano, può raccontare cosa ha provato in quei momenti: “Ho cercato di rimanere il più lucido possibile – ha spiegato nell'intervista video rilasciata all'Ansa – quando ho visto che ha fatto buio, ho iniziato a sentire davvero freddo, ma il mio unico pensiero era rimanere vivo”.

Ha raccontato di aver ricordato, nei tanti film visti sull'alpinismo, che se si viene travolti da una valanga o ci si trova in difficoltà in una tormenta non bisogna mai addormentarsi: “E così ho fatto, ho cercato di non dormire mai così da non lasciarmi andare – racconta con le lacrime agli occhi – facevo una microginnastica sistematica, ogni movimento era fatto per salvarmi la vita. Non sono credente, ma in quei momenti ho pregato, ho pregato mia madre”.

“Non dimenticherò mai il rumore dell'elicottero – spiega – la forza che ti trovi in quei momenti te la dà la voglia di continuare a vivere. Quindi mi sono detto ‘no, oggi no'. Il buco che avevo fatto mi permetteva di guardare il cielo e le stelle, vedevo il Grande Carro”. Nonostante le sue condizioni fisiche siano ancora piuttosto critiche e il corpo sia dolorante, Sartori trova lo spazio anche per un sorriso quando gli viene chiesto se tornerà in montagna. “Se continuerò a fare scialpinismo? Meglio che ti dica di no, altrimenti a casa mi guardano male, quindi ti dico che no non vado più”.

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