“Sono soddisfatta”: Meloni dopo l’incontro con Trump a Mar-a-Lago per la liberazione di Cecilia Sala
Si è detta soddisfatta Giorgia Meloni dell'incontro avuto ieri con Donald Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Lo ha riportato Il Corriere della Sera, secondo cui la premier avrebbe anche aggiungo di essere "pronti a lavorare insieme in modo costruttivo e in un clima di reciproca fiducia. È andata bene".
Al centro dell'incontro privato tra i due, durato poco più di cinque ore e che avrebbe colto di sorpresa il resto del governo italiano (a quanto pare il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, non ne sapeva nulla), la liberazione di Cecilia Sala, la giornalista romana di 29 anni detenuta nel carcere iraniano di Evin, a Teheran, dallo scorso 19 dicembre.
Anche se la Farnesina e alcune parti dei nostri servizi di sicurezza pare non abbiano gradito la genesi di un viaggio non comunicato e non condiviso, nato e costruito sulla base dei rapporti di Meloni con lo staff di Trump e con Elon Musk, alla fine proprio sul caso Sala potrebbero esserci stati dei segnali positivi. Anche se le informazioni che trapelano sono pochissime, anche a seguito della richiesta dei genitori della reporter di mantenere il silenzio sulla vicenda, che diventa giorno dopo giorno sempre più delicata.
Ciò che sarebbe emerso è che Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano esperto di droni e detenuto nel carcere milanese di Opera dal 16 dicembre per conto di Washington, di cui Teheran non vorrebbe l'estradizione, non sembra una pedina di primo piano o imprescindibile per gli Usa, anche se il dossier fino al 20 gennaio, giorno dell'insediamento del nuovo presidente, resta nella mani dell'amministrazione Biden.
La Corte di Appello di Milano ha fissato al 15 gennaio l’udienza per discutere sugli arresti domiciliari di Abedini. Secondo la difesa l’indicazione di un appartamento con garanzia del consolato dovrebbe bastare a fugare i dubbi sulle possibilità di fuga. Ma, come aveva spiegato Repubblica nei giorni scorsi, esiste anche un articolo del codice di procedura penale, il 718, che al comma 2 prevede che, in caso di arresto con richiesta di estradizione, "la revoca è sempre disposta se il ministro della Giustizia ne fa richiesta". In altre parole, se il ministro della giustizia Nordio lo chiedesse, Abedini Najafabadi sarebbe libero.
Intanto, oggi su Sala si è espresso il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, affermando che il suo caso è oggetto di una inchiesta. "La giornalista italiana è stata arrestata per ‘violazione delle leggi della Repubblica Islamica (dell'Iran), come ha affermato in un comunicato il dipartimento dei media esteri del ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico", ha aggiunto Baghaei. "L'annuncio sugli ultimi sviluppi e i dettagli del caso spetta al portavoce della magistratura (Asghar Jahangir)", si legge nel suo comunicato settimanale.