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“Sono precario, ma Aurora respira bene”: rinuncia alla carriera per la figlia, il post è virale

Raffaele è un papà pugliese che ha raccontato la sua storia a Inchiostro di Puglia. Una storia con “mezzo lieto fine”, che lo ha spinto a rinunciare alla carriera al Nord e tornare nella sua regione per far star bene sua figlia: “Sono mal pagato ma Aurora ora ha il mare e il sole, non è più costretta a prendersi tutti quelli antibiotici”.
A cura di Susanna Picone
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La storia di Raffaele, un papà pugliese che dopo aver studiato e lavorato all’estero e in altre regioni d’Italia ha deciso di tornare a casa sua, è diventata virale dopo che è stata raccontata sulla pagina Facebook “Inchiostro di Puglia”. È la storia di un uomo che ha lasciato una carriera in crescita al Nord per tornare nella sua Puglia e lo ha fatto per un motivo sicuramente valido: far star bene sua figlia Aurora. Raffaele descrivendo gli ultimi anni della sua vita a Inchiostro di Puglia ha provocato una valanga di condivisioni e tanti commenti di incoraggiamento. "La mia storia ha solo un mezzo lieto fine – esordisce il papà sulla comunità di pugliesi sparsi nel mondo – Terlizzi mi stava stretta, Bari mi stava stretta, l'Italia con tutti i suoi problemi mi stava stretta". Raffaele è partito nel 2012 per gli Stati Uniti per completare la laurea in marketing e poi, una volta terminati gli studi, è tornano in Italia e ha ottenuto diversi lavori in grandi aziende al Nord. Ha lavorato e vissuto a Mestre, Milano, Treviso, “insomma traslochi in rapida successione, sembrava di essere su una giostra in continuo movimento", scrive Raffaele. Poi nella sua vita è arrivata una grande gioia, sua figlia Aurora, che sin da piccola ha avuto qualche problema di salute.

"La mia piccola principessa stava sempre male – scrive il padre – Cicli e cicli di antibiotico a una bimba così piccola, ma non si poteva fare diversamente. A farmi ribollire il sangue il consiglio della pediatra, che diceva ‘Aurora ha bisogno di mare, sole e vitamina D’, e io pugliese, con il mare a due passi, non potevo dare a mia figlia quello di cui aveva bisogno". E poi arriva quella che sembra una ottima notizia: a Raffaele una multinazionale propone un contratto e la possibilità di tornare nella sua regione. Un sogno, che però è durato due anni. "Ottimo lavoro, Aurora che finalmente stava bene e aveva ciò che le serviva. La mia compagna che apre un negozio tutto suo". Solo che la multinazionale finisce per non offrire un contratto a tempo indeterminato al giovane: "Hai fatto un ottimo lavoro Raffaele ma tanti saluti. Niente tempo indeterminato. I piani sono cambiati". Ma Raffaele e la sua famiglia, per Aurora, sono rimasti in Puglia: “Adesso ho un lavoro precario e mal pagato. E per quei pochi colloqui che riesco a fare ho troppa esperienza, oppure non ho abbastanza esperienza. Ogni mattina mi alzo presto, mi guardo allo specchio e mi chiedo ‘Ma perché non sei a Milano? Perché non te ne vai di nuovo?’. Poi passo dalla cameretta di mia figlia, mi affaccio e la vedo dormire tranquilla e mi chiedo ‘Sta bene? Sì, sta bene. Le manca qualcosa? Per fortuna no, più o meno riesco a darle ciò che le serve’. E allora andiamo avanti, che un'altra giornata abbia inizio”.

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