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“Sono Angelina Jolie, ti vendo la mia auto”. Ma è una truffa su Facebook: uomo perde 50mila euro

Un uomo di circa quarant’anni de La Spezia si era illuso di essere in contatto con l’attrice americana sui social. Fino a comprarle un’auto pagata 50mila euro. Ma era un fake; solo l’ultimo esempio delle tante truffe informatiche nelle quali si può incappare.
A cura di Biagio Chiariello
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Era convinto stesse parlando con Angelina Jolie su Messenger, la chat interna a Facebook. Si era persuaso che fosse davvero lei ad inviargli le sue foto e i suoi video. E così ha accettato l'offerta di quella che pensava fosse la nota attrice americana e da lei ha acquistato un fuoristrada per 50mila euro. Ma purtroppo per lui si trattava di una truffa. Il protagonista è un uomo di La Spezia.

La storia è stata descritta della Polizia Postale, che in questi giorni sta organizzando un tour informativo rivolto alla cittadinanza sul tema dei crimini informatici, in aumento in Italia: dai falsi investimenti nel trading online al phishing dei dati bancari fino a casi limite come quello di La Spezia.

"È il caso di un uomo sulla quarantina, che ha iniziato a chattare tramite Facebook con un sedicente profilo dell'attrice americana, che a un certo punto ha proposto di vendergli la propria autovettura, mandando anche un video dell'imbarco sulla nave che l'avrebbe recapitata in Italia. Ovviamente si trattava di una truffa" spiega l'agente Alessandro De Nanni.

"Dal classico messaggino telefonico che invita a cliccare su un link bancario e a inserire i dati del proprio conto, che vengono poi rubati informaticamente, fino allo spoofing, ovvero un sistema che permette di clonare un numero di telefono conosciuto, per esempio quello della questura, per spingere l'ignara vittima a fidarsi dell'interlocutore". Così De Nanni mette in guardia dai rischi che si possono correre semplicemente con l’utilizzo dello smartphone.

Si segnalano sempre più casi di truffe legati al trading finanziario. "Si parte con piccoli investimenti da 150-200 euro – spiega l'agente della Polizia Postale – e poi si convince la vittima ad aumentare l'impegno mostrando attraverso delle app create ad arte i fantomatici guadagni che vengono accumulati. Di solito la truffa diventa palese nel momento in cui l'utente chiede di poter prelevare. Ci può cascare chiunque, a noi è capitato anche direttore di banca in pensione”.

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