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Sono 5 milioni gli italiani che risiedono all’estero, il 39% dei giovani ha lasciato l’Italia

Secondo il rapporto Italiani nel Mondo 2017 di Migrantes, circa 5 milioni di italiani risiedono all’estero. La fascia maggiormente interessata dal fenomeno è quella dei giovani tra i 18 e i 34 anni: oltre il 39% è espatriato nel 2016.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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immagine di repertorio
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Sempre più italiani scelgono di cercare fortuna all’estero. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2017 di Migrantes rimane alto il numero degli espatri e il fenomeno riguarda soprattutto i giovani. Nel 2016 sono state 124.076 le persone che sono espatriate, con un aumento del 15, 4% rispetto al 2015: tra loro il 55,5% sono uomini; il 62,4% sono celibi/nubili e il 31,4% coniugati/e.

Dato importante per capire la crescita dell’espatrio è che dal 2006, la mobilità italiana è aumentata del 60,1%, passando da poco più di 3 milioni a quasi 5 milioni di iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire). Nell’ultimo anno questo dato è aumentato del 3,4% e così sono quasi 5 milioni, al primo gennaio 2017, gli italiani che vivono all’estero e costituiscono l’8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia alla stessa data.

Nel rapporto si sottolinea poi come la figura del migrante sia sempre un’opportunità per il Paese di origine e di come incentivi e sviluppo siano necessari per avere un trend positivo: “Il migrante è il miglior ambasciatore del territorio da cui è partito”, si legge. E ancora:“La presenza italiana all’estero è presenza regionale e la regionalizzazione, se dovutamente considerata, diventa incentivo non solo di conoscenza e valorizzazione dell’Italia, ma anche motore di sviluppo e crescita economica e culturale. Occorre pertanto che le politiche attuate – contestualmente sul piano regionale e nazionale – non siano solo di sostegno, ma di sviluppo, di attenzione cioè alla promozione delle varie opportunità di investimento presenti in ciascun territorio ed è necessario che tali opportunità siano prima riconosciute per poi essere valorizzate”.

Il 39% degli espatri riguarda i giovani

La fascia interessata è soprattutto quella di un’età compresa tra i 18 e i 34 anni: oltre il 39% ha lasciato l’Italia nell’ultimo anno, facendo registrare un aumento del 23,3% rispetto all’anno precedente per la stessa fascia d’età. Il fenomeno influisce meno sulla fascia di età compresa tra i 35 e i 49 anni dove c’è stato un incremento di emigrazione del 12,5% rispetto al 2015; mentre gli italiani, tra i 50 e i 64 anni, che scelgono l’estero sono il 9,7% e tra loro la maggior parte è disoccupata o comunque rimasta senza lavoro.

Gli Italiani partono dalla Lombardia e come meta scelgono l'Europa

Secondo i dati del 2016, gli italiani come meta preferiscono il continente europeo, a seguire l’America Settentrionale. Il primato è quello del Regno Unito, con 24.771 iscritti, seguito dalla Germania (19.178), dalla Svizzera (11.759), dalla Francia (11.108), dal Brasile (6.829) e dagli Stati Uniti (5.939). In particolare il Regno Unito ha avuto un aumento di iscrizioni Aire, nell’ultimo anno, del 27,602%. Tra le regioni italiane che contano un maggior numero di espatri c’è La Lombardia, con quasi 23 mila partenze. I numeri sono alti anche in Veneto (11.611), Sicilia (11.501), Lazio (11.114) e Piemonte (9.022). Tendenza opposta per il Friuli Venezia Giulia in cui si registra un -7,3% di partenze. A livello provinciale le partenze dell’ultimo anno sono state numerose nelle grandi città come Roma, Milano, Torino e Napoli, ma anche in realtà più piccole come  Brescia (oltre 3 mila partenze) e Varese (2.289 partenze nell’ultimo anno).

Le partenze sono di famiglia e non individuali

Le partenze non sono individuali ma di “famiglia”  prendendo come riferimento sia il nucleo familiare più ristretto, quello che comprende i minori (oltre il 20%, di cui il 12,9% ha meno di 10 anni), sia la famiglia “allargata”, quella cioè in cui i genitori – ormai oltre la soglia dei 65 anni – diventano “accompagnatori e sostenitori” del progetto migratorio dei figli (il 5,2% del totale).

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