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Sonniferi ai bimbi e botte agli adulti, la tratta di migranti sulla rotta balcanica passava da Trieste

La rete di sfruttatori è stata smantellata nelle scorse ore da una vasta e lunga inchiesta coordinata dalla Dda di Trieste e condotta dalla Polizia di stato con la collaborazione di agenti delle forze dell’ordine slovene, francesi, kosovare e albanesi.
A cura di Antonio Palma
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Botte ma anche energy drink a chi non teneva il passo e non riusciva a camminare per la stanchezza e sonniferi per stordire i bimbi e non farli piangere durante la traversata, così venivano trattati i migranti dai membri di una vasta rete di trafficanti di esseri umani che si muoveva lungo la cosiddetta rotta balcanica e con base in Italia, a Trieste. La rete è stata smantellata nelle scorse ore da una vasta e lunga inchiesta coordinata dalla Dda di Trieste e condotta e dalla Polizia di stato con la collaborazione di agenti delle forze dell’ordine slovene, francesi, kosovare e albanesi.

Sono in tutto 32 gli episodi di spostamenti in massa di migranti accertati dagli inquirenti durante le indagini avviate nel 2022. Ogni volta erano decine i migranti spostati da un posto all’altro. Secondo quanto ricostruito, i passeur partivano al pomeriggio da Trieste dove avevano la base e si dirigevano in Slovenia a Pomjan, poco distate dal confine croato. Qui infatti l’organizzazione faceva convergere i migranti grazie ad altri referenti che si occupavano della parte precedente del viaggio lungo la rotta balcanica.

Per raggiungere Pomjan si doveva camminare nei boschi e spesso i migranti erano alterati dall'ingente assunzione di bevande energetiche mentre i piccoli storditi dai sonniferi. Non mancavano poi le violenze fisiche come le percosse anche se ognuno dei migranti pagava diverse centinaia di euro alla banda per essere guidati. Una volta giunti a Pomjan dal confine, i migranti salivano a bordo di alcune auto per raggiungere la periferia di Trieste mentre i passeur prendevano altre strade con altri mezzi verso l'Italia.

Una tratta di esseri umani smantellata nell’operazione condotta tra lunedì e martedì con l’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone originarie dell'Albania e del Kosovo, per lo più residenti a Trieste. Agli arresti hanno partecipato le squadre mobili di Bologna, Rimini, Pesaro Urbino e Treviso, e i reparti prevenzione crimine di Padova, Bologna e Reggio Emilia. Alcuni arresti sono avvenuti invece in Slovenia. In tutto sono una trentina le persone finora indagate e una trentina i capi di imputazione tra cui l'associazione a delinquere dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

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