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Sondaggio Legacoop-Swg: raddoppiano gli italiani che si sentono poveri

Un italiano su quattro arriva a fine mese con molte difficoltà, sono 6 milioni i nostri concittadini che si sentono poveri. Migliora la percezione del welfare, considerato investimento e non costo per il Paese.
A cura di Redazione
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Sono raddoppiati gli italiani che si sentono poveri; sono 1 su 4 coloro che arrivano a fine mese "con molte difficoltà" e quasi 7 su 10 (68%) teme di perdere il lavoro. È quanto emerge da una indagine realizzata da Swg per Legacoopsociali dal titolo "Le cooperative sociali: l'Italia che genera l'economia di domani" e presentata oggi in occasione dell'apertura del terzo congresso nazionale. Secondo l'indagine se nel 2010 il 6 percento degli italiani "si sentiva povero", nel 2013 il dato supera il 10 per cento, pari a 6 milioni di italiani. Solo il 39 per cento pensa di appartenere al ceto medio, un dato che poco più di 10 anni fa sfiorava il 70 per cento. Migliora la percezione del welfare nell'opinione pubblica: per il 70 per cento degli italiani il sistema delle politiche sociali "è un investimento e non è un costo". Dove trovare i soldi per investire nel sociale? Per 46 per cento degli italiani lo Stato deve recuperare le risorse dall'evasione fiscale, per il 14 per cento dalle fondazioni bancarie. Tre, invece, sono le principali paure degli italiani: disoccupazione, pressione fiscale e precarietà del lavoro. Oltre il 60 per cento delle famiglie chiede servizi di orientamento al lavoro, mentre il 56 per cento indica come bisogno prioritario i servizi di cura domiciliare agli anziani. Il terzo congresso della Lega delle Cooperative sociali si  è aperto con un docufilm  che illustra quel mondo della cooperazione sociale che resiste alla crisi, non perde occupazione, ma anzi l'incrementa e rispetto al mondo femminile descrive un Paese diverso: non costituito dalla disoccupazione femminile al 50%  ma col  70% di occupazione femminile e il 50% di donne nei Consigli di amministrazione.

Ed è una donna anche la presidente di Legacoop, Paola Menetti, che spiega: "Abbiamo continuato a garantire i servizi nonostante subiamo ritardi nei pagamenti anche di 36 mesi dall'emissione delle fatture e ci troviamo spesso strangolati dalle anticipazioni bancarie. In 5 anni abbiamo accresciuto l'occupazione del 30 per cento. Ora bisogna sostenere l'investimento nella produzione e nello sviluppo dei cosiddetti ‘beni comuni', la cura e la promozione della salute, la cultura, la difesa e qualificazione dell'ambiente, il turismo sostenibile, la valorizzazione del patrimonio artistico".

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