Sondaggi, come cambiano le abitudini a tavola col Coronavirus: cibo più sano e zero sprechi
Gli italiani sprecano meno cibo e consumano in maniera più sana e consapevole. Con l’emergenza Coronavirus le abitudini alimentari degli italiani sono cambiate, come dimostra un sondaggio realizzato dal Future Food Institute, centro di ricerca di Bologna che studia le dinamiche riguardanti l’uomo e il suo nutrimento valutando i mutamenti dati dall’uso delle tecnologie e dei cambiamenti sociali. La rilevazione valuta le abitudini alimentari degli intervistati e i loro comportamenti a tavola durante l’emergenza sanitaria. Ma anche un altro aspetto, ovvero le abitudini legate al cibo che più mancano agli italiani. E la risposta, in questo caso, è quasi scontata: ciò che manca di più agli italiani è il rito del caffè al bar insieme alla pizza con gli amici del sabato sera.
Sondaggi, con Coronavirus diminuisce spreco alimentare
L’emergenza sanitaria ha portato la maggior parte degli italiani a non uscire di casa, in seguito ai divieti e alle limitazioni degli spostamenti imposti dal governo. Così è necessario sempre più cucinare in casa, avendo inoltre più tempo per farlo. E forse anche per il questo il 97% del campione si dice più sensibile rispetto al tema dello spreco alimentare. Il 37% degli intervistati dice di sprecare meno cibo di prima, mentre il 60% sottolinea di non buttar via quasi nulla. Inoltre, il 60% afferma di mangiare in maniera più sana e regolare, mentre il 78% sottolinea come in questo periodo si trovi spesso a tavola con parenti e coinquilini.
Come cambiano gli acquisti di generi alimentari degli italiani
Le abitudini degli italiani cambiano anche sotto l’aspetto degli acquisti. A diminuire, per esempio, è l’acquisto di pesce fresco: il 40% in meno rispetto a un mese fa, anche per la maggior difficoltà di reperirlo. Aumenta invece il consumo di frutta e verdura: il 60% sostiene di consumarli nella stessa quantità di prima, ma il 30% ne compra più che in passato. In generale aumenta la spesa degli italiani per il cibo: il 44% spende di più puntando sull’acquisto di più materie prime rispetto al passato, come farina e uova (+50%) e frutta e verdura (+30%). Diminuisce, invece, la spesa per i prodotti confezionati, soprattutto i dolci (-40%). Anche questa una conseguenza, probabilmente, del maggior tempo a disposizione per cucinare.
Sara Roversi, fondatrice del Future Food Institute, spiega che i dati di questa ricerca confermano “l’importanza dell'apprendimento sul campo di alcune pratiche alimentari. Sapevamo che sprecavamo troppo e dovevamo ridurre gli sprechi, ma adesso lo stiamo sperimentando. E lo stesso vale per la dieta mediterranea. L'evoluzione delle abitudini alimentari segue alcuni trend precisi: la riscoperta del cibo come cura, come elemento per prendersi cura anche degli operatori della filiera che lo producono e somministrano; la centralità del gusto che prevale su modelli produttivi efficienti e l'accessibilità alle esperienze e ai benefici ricercati dal bene ‘cibo’, che prevale sul possesso, rappresentano i 3 elementi che stiamo indagando attraverso la fotografia tempestiva che ci ha restituito la nostra indagine”.