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Solo pane e olio per i bambini che non pagano la mensa scolastica: è bufera a Montevarchi

Solo pane e olio per i figlioletti di chi è moroso nei pagamenti del servizio della mensa scolastica al Comune di Montevarchi. Il Pd locale annuncia interrogazione consiliare. “Vergognoso umiliare i più piccoli”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Pane e olio per i bambini le cui famiglie sono morose nel pagamento del servizio al Comune. Accade a Montevarchi, centro maggiore del Valdarno aretino, dove il provvedimento è stato proposto per la prima volta nel 2017, dopo l'elezione della giunta della sindaca Silvia Chiassai Martini nel 2016.

La decisione divenne un caso nazionale, ma nonostante le polemiche non è mai stata abrogata. Per quest'anno scolastico, come denuncia il Pd locale, è entrata in vigore 7 giorni fa con un piatto di pane e olio per i bimbi i cui genitori non hanno pagato la retta al Comune. "Una scelta vergognosa – denuncia il Pd di Montevarchi tramite una nota stampa – che umilia i più piccoli".

"È inammissibile – si legge ancora online – che l’amministrazione comunale non abbia ancora modificato un regolamento che di fatto discrimina i più piccoli in un luogo deputato all’ educazione e alla formazione degli uomini e delle donne del domani".

La conferma dell'adozione del provvedimento per il nuovo anno scolastico è arrivata dall'assessora municipale  Sandra Nocentini. "Sì, il provvedimento è scattato la scorsa settimana" ha commentato, senza però sottolineare se considera o meno giusta la misura.

La sindaca Chiassai Martini ha confermato il tutto a Fanpage.it, meravigliandosi anche dello "stupore" dell'opposizione. "Sono sette anni che è in vigore il regolamento delle mense – afferma -. Non è una novità, questo provvedimento è sempre stato applicato, non c'è nulla di nuovo".

"Abbiamo aspettato 5 mesi per applicarlo quest'anno. Molti cittadini, non tanti, non pagavano dall'inizio dell'anno ed eravamo arrivati a un buco di 85.000 euro".

A chi sottolinea la discriminazione intrinseca nel sistema, la sindaca risponde così. "Se qualcuno sa darmi alternative credibili, sono pronta a recepirle. Abbiamo chiesto ai genitori di mettersi in pari, hanno la possibilità normalmente di farlo in 30 giorni e in quel lasso di tempo il pasto viene fornito sempre allo stesso modo. Al trentunesimo giorno scatta il pasto sostitutivo, tutto questo dopo tante segnalazioni via mail, cellulare e Whatsapp. Nel vecchio regolamento il pasto veniva addirittura interrotto".

Secondo la sindaca Chiassai Martini, in questo modo la morosità è scesa a 6mila euro con 13 famiglie interessate dal provvedimento del pasto sostitutivo. "Si tratta di famiglie economicamente in grado di pagare il servizio, chi non può farlo è sotto la tutela del servizio sociale. A non pagare sono quasi sempre i furbetti, convinti che nessuno dica nulla. Non deve passare il messaggio che il Comune non vigila e che chi paga è stupido" afferma.

"Questo provvedimento è stato applicato anche negli scorsi anni scolastici ed è così da 8 anni, è stato approvato regolarmente in consiglio comunale – continua -. Si tratta di una polemica politica".

Il consigliere Pd Samuele Cuzzoni ha annunciato di voler presentare un'interrogazione consiliare per il 25 febbraio.

Di norma, i bimbi che mangiano ogni giorno alla mensa scolastica hanno pasti studiati dai dietisti per un giusto apporto energetico. I piccoli studenti oggetto del provvedimento si vedono invece togliere il pasto completo per il solo pane e olio.

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