Sollecito fa causa ai giudici e chiede 3 milioni: “Mi hanno rovinato la vita, ora paghino”
Un risarcimento danni per un ammontare complessivo di tre milioni di euro, è quanto chiede ora Raffaele Sollecito ai giudici che lo hanno accusato in tutti questi anni facendogli trascorrere in carcere quattro anni prima dell'assoluzione definitiva da parte del Corte di Cassazione. Sollecito infatti per anni è stato uno dei sospettati insieme alla ex fidanzata statunitense Amanda Knox dell'omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il primo novembre del 2007. Dopo che il controverso caso giudiziario caratterizzato da diversi ribaltoni delle sentenze precedenti si era concluso nel 2015, Sollecito già aveva avviato una richiesta di risarcimento da mezzo milione di euro per ingiusta detenzione che però è stata respinta.
Ora però l'ex sospettato ha deciso di rivalersi direttamente su magistrati e giudici citando in giudizio ben nove tra pubblici ministeri, procuratori generali, giudici delle indagini preliminari e giudici di corte d’assise e corte d’assise d’appello. "Mi hanno rovinato la vita, ora paghino" avrebbe riferito Sollecito, annunciando di volersi avvalere della nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati e accusandoli di “errori e travisamenti delle prove”.
La richiesta danni pende ora davanti al Tribunale di Genova, competente per territorio, che dovrà decidere se coinvolgere nella citazione anche i 12 giurati popolari della Corte di Assise di Perugia e di quella di Assise di Appello di Firenze stabilendo se si tratta di colpa o dolo. A difendere i giudici in aula si sarà l’Avvocatura dello Stato. In caso di condanna infatti sarà lo stato a pagare rivalendosi poi nei confronti dei singoli magistrati e giudici citati.
Il processo sull'omicidio di Meredith in effetti ha avuto una dinamica molto travagliata. Sollecito e Knox vennero condannati in primo grado ma poi assolti in appello a Perugia. La sentenza venne però annullata dalla Cassazione che dispose un appello bis a Firenze dove i due vennero nuovamente dichiarati colpevoli prima di essere di nuovo e definitivamente assolti dai Supremi giudici che accusarono gli inquirenti di “deprecabile pressapochismo” nell'inchiesta. "La Cassazione che mi ha definitivamente assolto da tutte le accuse ha rilevato che ci sono state gravi omissioni e defaillance degli investigatori e dunque cerano precise responsabilità" ha sottolineato sollecito