Sollecito: “Amanda mi colpì come un fulmine, la nostra storia intensa”
Dopo le dichiarazioni delle ultime settimane Raffaele Sollecito, il giovane pugliese coinvolto nel caso dell’omicidio a Perugia di Meredith Kercher, è tornato a confessarsi su un tabloid. È il Sun a pubblicare una lunga intervista rilasciata dal ragazzo durante la quale lui parla del suo rapporto che lo legava alla studentessa americana Amanda Knox e dell’omicidio di Meredith. Alla domanda sui sentimenti per Amanda, che Sollecito aveva conosciuto qualche giorno prima del delitto di Perugia, ammette l’intensità di quel rapporto: “Incontrare Amanda è stato come essere colpiti da un fulmine. Il nostro rapporto era molto intenso, noi dormivano insieme e la nostra vita sessuale non era noiosa”. L’ingegnere pugliese svela dei dettagli sulla loro storia, di Amanda che di sesso ne sapeva più di lui e del fatto che parlavano delle loro fantasie, si dicevano cosa gli piaceva fare.
“Non dimenticherò mai Meredith” – Sollecito parla dunque anche dell’incontro con la ragazza immortalato dai fotografi nei giorni scorsi a New York. E anche in questo caso il giovane rivela: “Abbiamo vissuto una cosa così enorme insieme ed è naturale rimanere amici e sostenersi a vicenda”. Sul fatto che presto dovrà affrontare un nuovo processo a Firenze il giovane racconta al Sun: “Ci si sente come in un film horror in cui continuano a fare sequel…l’accusa ha una teoria senza prove reali o fatti. È estremamente doloroso”. E di Meredith Kercher, la vittima di questa brutta storia, Sollecito dice che non la dimenticherà mai: “È stato terribile quello che è successo, ma io non sono responsabile della sua morte. Rudy Guede è in carcere per il suo omicidio e il suo Dna era in tutta la scena del crimine”.