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L'omicidio Meredith Kercher

Sollecito a Fanpage.it: “Guede ha ucciso Meredith da solo, mente per difendere i suoi interessi”

“Rudy sta difendendo quell’angolino di credibilità che si è costruito grazie al suo appoggio incondizionato alle indagini della Procura”: Raffaele Sollecito a Fanpage.it dopo quanto dichiarato da Guede, libero dopo la condanna per l’omicidio di Meredith Kercher.
A cura di Anna Vagli
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Era la notte tra il primo e il due novembre 2007 quando Meredith Kercher veniva uccisa in via della Pergola n.7 a Perugia. Al di là di ogni ragionevole dubbio, per la sua morte, e dopo un complicato processo mediatico, è stato condannato Rudy Guede. Questi avrebbe agito in concorso con altri, specificatamente con l’americana Amanda Knox e il suo fidanzato dell’epoca, Raffaele Sollecito. Amanda e Raffaele, però, sono stati assolti per non aver commesso il fatto dopo 4 anni di carcere e 5 anni di giudizio.

Oggi anche Rudy Guede è tornato ad essere un uomo libero. E, appena uscito dal carcere, è tornato a parlare del delitto. Dopo le sue forti dichiarazioni rilasciate al The Sun, Raffaele Sollecito ha replicato in esclusiva a Fanpage.it.

Rudy Guede, a mio parere, sta difendendo quell’angolino di credibilità che si è costruito grazie al suo appoggio incondizionato alle indagini della procura. Indagini piene di fantasie strampalate ed errori giganteschi. Perché Rudy Guede non parla di quello che sa lui, anziché rievocare pezzi di sentenze scritte da alcuni Giudici intervenuti in questo drammatico caso? La ricostruzione del delitto fatta dalla Procura non ha nessun riscontro oggettivo, è pura fantasia. Non c’è alcun riscontro tanatologico sulla successione dei fendenti inferti alla povera ragazza inglese. Ancor di più l’ipotesi di più coltelli è anch’essa pura fantasia senza alcun riscontro, visto che la profondità delle ferite è sempre la stessa. È tristissimo pensare che questo individuo anziché avere rispetto per una famiglia che ha distrutto, mostrando costrizione e pentimento, continui ancora a raccontare menzogne, accusando altri di un orrendo delitto, che gli atti processuali dimostrano, che ha commesso da solo è tutto per fare i suoi squallidi interessi.

Parole fortissime quelle di Raffaele, che delineano ancora una volta come il processo di Perugia si sia contraddistinto, oltreché per il frastuono mediatico, anche per la mancanza della cosiddetta pistola fumante, di quella prova capace di inchiodare il colpevole “senza se e senza ma”. Il giudizio che ha visto sul banco degli imputati questi tre giovani ragazzi è stato fortemente indiziario.

Soltanto l’ivoriano, difatti, ha ammesso di essersi trovato sulla scena del crimine, seppur sempre respingendo l’accusa di aver avuto un ruolo diretto nell’omicidio di Meredith. A Rudy nessuno ha mai creduto. Per questo è stato condannato, in via definitiva e con il rito abbreviato, a 16 anni di carcere.

Le parole di Rudy Guede appena uscito dal carcere

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Il tribunale mi ha condannato per complicità nell’omicidio perché c’era il mio Dna ma i documenti dicono che vi erano altre persone e che non sono stato io ad infliggere le ferite fatali. Se avevo le mani sporche di sangue? Sì, perché ho provato a salvarla, non volevo ucciderla”. Il giovane ivoriano, come un fiume in piena, riferendosi ad Amanda e Raffaele, ha dichiarato: “Voglio dire solo che lei dovrebbe leggere i documenti. Come ho già detto (i documenti) affermano che c’erano altri e che non ho inflitto le ferite. Io so la verità e anche lei la sa”.

Al di là di ogni ragionevole dubbio

L’oltre ogni ragionevole dubbio è quasi una regola aulica, a tratti pericolosa. E a 14 anni di distanza troppi sono ancora i dubbi che avvolgono la morte di Meredith Kercher.  Forse, quei dubbi, non li colmeremo mai. Nonostante ciò, è bene ribadirlo, l’unica e vera struggente vittima di tutta la storia resta la ragazza inglese. Una figura antitetica rispetto alla realtà di Perugia, città universitaria a tratti trasgressiva, ma soprattutto rispetto alla coinquilina Amanda Knox.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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