Sixthcontinent: un’altra multa dall’Antitrust, domani prima udienza della class action
La class action contro Sixthcontinent arriva in tribunale. Giovedì, a Milano, è infatti prevista la prima udienza per l'ammissibilità del procedimento avviato dalle associazioni di consumatori Codici e Aeci, in campo per la tutela di centinaia di utenti della piattaforma di social e-commerce fondata da Fabrizio Politi e pubblicizzata in passato da Le Iene, al centro da tempo di una vicenda ancora oggi non del tutto chiara. "Adesso si decide per l'ammissibilità, come previsto dalla procedura per l'azione collettiva -spiega l'avvocato Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici-: se c'è il parere positivo del giudice, poi, viene ordinata la pubblicazione dell'ordinanza e fino alla data fissata, in genere sei mesi circa, ci si può aggiungere alla class action. Attualmente contiamo intorno alle ottocento persone".
Nonostante le ottime premesse, da mesi numerosi iscritti continuano a segnalare account bloccati e ritardi nell'attivazione delle carte o nella consegna, oltre a rimborsi che non arrivano mai. Nel mezzo, però, ci sono inoltre le indagini della Procura di Milano su una truffa che Sixthcontinent avrebbe subito, presentando un esposto a inizio estate, e che sarebbe alla base di ogni problema. Ma ci sono anche due sanzioni comunque comminate nel frattempo dall'Antitrust nei confronti della società. La prima, da 4 milioni di euro, era arrivata ad agosto 2020 dopo che la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva disposto un primo provvedimento cautelare per chiedere alcune modifiche nelle condizioni di utilizzo del portale, non effettuate. L'altra sanzione è invece giunta a metà gennaio ed è di un milione di euro: è stata emessa perché la piattaforma “ha violato il provvedimento cautelare dell’Autorità che disponeva la sospensione provvisoria delle attività per bloccare gli account dei consumatori aderenti in assenza di rimborso”. A fine dicembre, il Tar del Lazio aveva comunque disposto la sospensione della sanzione pecuniaria, subordinandola però al versamento di una cauzione di pari importo della multa a favore dell’Antitrust. Il merito del giudizio verrà discusso nel mese di luglio e il risultato della sospensione era stato ottenuto dalla società di Politi grazie all'assistenza dello Studio Legale Lipani Catricalà e Partners. Proprio quello dell'ex sottosegretario, viceministro e presidente della stessa autorità garante dal 2005 al 2011, trovato morto, probabilmente suicida, lo scorso 24 febbraio nel suo appartamento romano. Prima della tragedia, Fanpage.it aveva cercato di rivolgere alcune domande proprio allo studio legale in questione, che però ha declinato in quanto, “per policy oramai consolidata, non rilascia dichiarazioni di sorta con riferimento a contenziosi pendenti”. Anche Fabrizio Politi, che stando ai suoi profili social adesso si trova a Lussemburgo (ma dovrebbe essere comunque giovedì a Milano), non ha voluto dare nessun ulteriore chiarimento riguardo la vicenda che vede coinvolta la sua intuizione. Un'idea rivoluzionaria, almeno nelle intenzioni, sviluppata nel corso di dieci anni, con l'obiettivo di stravolgere le regole del mercato, facendo risparmiare i propri clienti e, allo stesso tempo, redistribuire i guadagni. Ma qualcosa pare sia andato storto. Lo dimostrano anche il numero elevato di segnalazioni che continuano ad arrivare in redazione e i procedimenti che proseguono in parallelo rispetto alla class action. In ultimo, quello di un utente pugliese, assistito dall'avvocato Costantino Loiacono, che ha ottenuto un decreto ingiuntivo da parte del giudice di pace di Bari per la restituzione delle somme spese per l'acquisto di carte sconto mai arrivate e sostituite con un rimborso pari a 1.600 euro, ugualmente non pervenuto. “Adesso, dopo la notifica, Sixthcontinent potrà pagare subito oppure opporsi” precisa il legale, il quale sottolinea inoltre come il decreto sia stato “emesso sulla base delle email inviate da Sixthcontinent al mio assistito” per garantire i rimborsi, ma senza assicurare date certe.
“Migliaia di utenti –dichiarano quindi l'avvocato Giacomelli e Ivan Marinelli, presidente di Aeci– hanno avuto o continuano ad avere problemi con le shopping card proposte da Sixthcontinent. La prospettiva di fare acquisti a prezzi scontati tra prodotti e servizi, accumulando punti che fanno scattare ulteriori bonus, si è rivelata per molti un miraggio, se non fosse che da mesi raccogliamo segnalazioni di consumatori che si sono visti bloccare improvvisamente l’account, senza nemmeno un’adeguata e valida comunicazione, o che non hanno potuto più utilizzare le shopping card come previsto inizialmente. Chiediamo il recupero dei crediti o degli importi che spettano agli utenti, che devono essere rimborsati per i disagi subiti -concludono i due rappresentanti dei consumatori-. Più volte abbiamo invitato la società a cambiare atteggiamento, ad ascoltare i consumatori, ma i nostri appelli sono rimasti inascoltati. Ora ne discuteremo in Tribunale e Sixthcontinent dovrà dare quelle risposte finora negate”.