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Sixth Continent, perché l’antitrust ha sanzionato la piattaforma sponsorizzata dalle Iene

Sanzione da 4 milioni di euro, dopo un primo provvedimento cautelare, per SixthContinent, la piattaforma di social commerce sponsorizzata in tv da Le Iene. “Ci sentiamo truffati” dicono alcuni dei centinaia di utenti sul piede di guerra. Crediti accumulati ma quasi completamente inutilizzabili, shopping card acquistate e mai arrivate agli iscritti e rimborsi sospesi da mesi: pronta la class action. Il fondatore Politi: “Noi vittime di una frode, le condizioni non sono mai cambiate”
A cura di Beppe Facchini
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Spendere soldi per i propri acquisti, dai beni di prima necessità a quelli tecnologici, con la possibilità di accumulare crediti da riutilizzare per ulteriori spese. In estrema sintesi è con questo innovativo sistema che da qualche anno SixthContinent punta a rivoluzionare letteralmente le regole del mercato, finendo però negli ultimi mesi sotto la lente di ingrandimento dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (meglio nota come Antitrust) per alcuni problemi segnalati da diversi utenti, tanto che infine la stessa Agcm è arrivata a sanzionare la società, ad agosto, con una multa da quattro milioni di euro. Ma andiamo con ordine.

SixthContinent è una piattaforma internazionale di social commerce fondata dall'imprenditore di origine toscana Fabrizio Politi, con base operativa a San Francisco e filiali a Londra e Milano, che permette ai suoi utenti (circa mezzo milione in Italia) di acquistare shopping card per comprare beni di vario genere online o nei negozi fisici aderenti. Dal carburante agli alimentari, dall'abbigliamento ai prodotti tecnologici. L'utilizzo della piattaforma, il coinvolgimento di altre persone e l'acquisto delle card permette agli iscritti l'accumulo di crediti e punti che possono essere reinvestiti all'interno del sito per sconti su ulteriori acquisti. Non solo: SixthContinent trattiene il 30% dei profitti della pubblicità e distribuisce il 70%, sotto forma di crediti, a tutti gli utenti. L'idea di base è infatti quella dell'aumento della capacità di spesa di chi comunque deve ogni giorno effettuare degli acquisti per le proprie necessità. Ogni acquisto genera quindi dei crediti spendibili in successive transizioni fino a un massimo del 50% del valore di ogni shopping card. E se si considera anche la possibilità di aggiungere punti semplicemente collegandosi sul sito ogni giorno oppure facendo recensioni di prodotti, ogni utente alla fine si ritrova con una sorta di portafoglio virtuale per le sue spese su Sxc. Insomma, “sembra una figata”, proprio come ricorda uno spot televisivo con protagonisti alcuni componenti della redazione de Le Iene, la trasmissione che in prima serata ha spinto notevolmente per la diffusione del sistema messo a punto da Politi, che anche grazie ad una massiccia campagna di comunicazione ha visto aumentare notevolmente, nel giro di pochi anni, numeri, iscritti e fatturati di SixthContinent, tanto da puntare all'approdo in borsa.

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Come detto, però, dagli ultimi mesi dello scorso anno diversi utenti (“Forse migliaia e migliaia” racconta a Fanpage.it Monica, iscritta dal 2018) hanno cominciato ad avere dei problemi con la piattaforma, ritrovandosi non solo impossibilitati ad utilizzare come prima i crediti accumulati (cioè fino al , ma anche con card mai ricevute dopo mesi di attesa, così come i relativi rimborsi. In particolare, tutto sarebbe partito da quando SixthContinent ha deciso di lanciare al costo di 70 euro le sue carte con 100 euro da spendere sul sito. Un meccanismo che probabilmente è sfuggito di mano, al punto che la società si è trovata con un buco di oltre 10 milioni di euro in bilancio che per Politi, però, è diretta conseguenza di una frode della quale sarebbe stata vittima la sua azienda. “La frode, cosiddetta Loop -spiega Fanpage.it Politi (qui l'intervista completa), consisteva nel convertire tramite 2-3 passaggi le SixthContinent Card del valore di euro 100 pagate euro 70, in MasterCard prepagate e anonime presso i supermercati, per poi con quelle acquistare ulteriori SixthContinent Card. Acquistare una Sxc Card con un’altra Sxc Card (direttamente o indirettamente) è un’azione vietata in base ai Termini e Condizioni contrattualmente pattuiti e tecnicamente impossibile da effettuarsi sulla piattaforma, ma i frodatori avevano organizzato un raggiro molto complesso che prevedeva 3-4 conversioni di shopping card per poi effettuare, presso alcuni punti vendita fisici di alcuni supermercati, lo scambio di shopping card con MasterCard prepagate e anonime”.

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In seguito a questa presunta truffa (scoperta nel pieno della due diligence per l'approdo in borsa), sulla quale è a lavoro la Procura di Milano, la società ha avvisato gli utenti “che dal 1° gennaio 2020, in via temporanea, per alcuni mesi, avremmo ridotto la percentuale dell’utilizzo dei crediti in base ai margini sul singolo buono acquisto a causa della frode subita e per l’impossibilità di bloccare singoli account ritenuti colpevoli”. Ma non è bastato. In tantissimi, infatti, raccontano di ritrovarsi nella stessa situazione di un altro utente che ha spiegato prima di altri a Fanpage.it la sua vicenda: “Segnalo che sono in attesa di ricevere rimborsi dallo scorso gennaio per card non consegnate e che mi è stata preclusa, senza avviso, la possibilità di utilizzare i miei risparmi all'interno della piattaforma dopo essere stato incentivato ad accumularne”. Essendoci il vincolo di almeno un acquisto al mese sul Sxc, gli iscritti, per non perdere quanto messo da parte nel proprio portafoglio virtuale, devono pertanto necessariamente continuare a spendere sulla piattaforma senza però poter più usare i crediti come fino a neanche un anno fa. “Si possono usare solo nella forma ridicola di 50 o 70 centesimi” ci racconta ancora Monica, che fino ai mesi scorsi poteva invece utilizzarli risparmiando anche la metà del prezzo originario della card acquistabile online. La sua accusa, e quella di tanti altri nella stessa situazione (basta qualche ricerca sui social per trovare numerose storie simili) è che SixthContinent abbia cambiato le regole all'improvviso, costringendola a restare quasi ostaggio della piattaforma per non perdere quanto finora accumulato. Politi smentisce però queste modifiche, mentre di parere opposto sono gli avvocati entrati in gioco nella vicenda, a partire da quelli di Codici, associazione di consumatori che sta mettendo in piedi una vera e propria class action. “C'è stato un primo provvedimento cautelare dell'Antitrust che ha intimato la società a modificare alcune condizioni -spiega il presidente Ivano Giacomelli-. Le modifiche non sono state fatte e così si è arrivati alla sanzione di quattro milioni di euro”. L'avvocato Antonio Triunfo, fra i primi ad assistere iscritti alle prese con i problemi finora descritti, sottolinea invece i dubbi sulla versione della società riguardo la presunta frode subita: “L'acquisto delle carte di credito e del cosiddetto Looping era in realtà ricercato e sponsorizzato, perchè l'obiettivo numero uno, come diceva anche il fondatore nei suoi video, era cercare di aumentare sia il numero di utenti che il fatturato. Aumentando questi due parametri -continua- si sarebbe riusciti ad avere pubblicità migliore e più remunerativa. Il problema quindi non sta nel Looping, ma nel fatto che queste offerte vendute erano assolutamente insostenibili dal punto di vista finanziario”. In attesa di maggiore chiarezza e dell'esito delle indagini, tanti utenti, come i due che hanno deciso di raccontarci la loro vicenda, si sentono a tutti gli effetti truffati da questo sistema. “Noi stiamo agendo per un illecito consumeristico -conclude l'avvocato Giacomelli di Codici-, sarà poi la procura a dover qualificare eventualmente anche dei reati penali”.

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