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Sixth Continent, l’azienda sponsorizzata dalle Iene: “Noi i veri truffati, rimborseremo tutti”

Intervista al fondatore di SixthContinent, la piattaforma di social commerce nel mirino dell’antitrust dopo le segnalazioni di numerosi utenti: “Siamo vittima di una frode milionaria, acuitasi tra luglio e settembre 2019. Termini e Condizioni prevedevano sin dal 2016 la possibilità di modificare la percentuale di utilizzo dei crediti, affinché comunque conveniente per tutti gli utenti ed al tempo stesso economicamente sostenibile per la società, in base a margini di ogni singolo buono acquisto”
A cura di Beppe Facchini
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Fabrizio Politi, fondatore di SixthContinent, come mai diversi utenti del vostro portale sostengono di non avere più la possibilità di utilizzare i loro risparmi sulla piattaforma, dopo essere stati incentivati ad accumularli? "Prima di tutto dobbiamo chiarire che Sxc è una piattaforma online che vende buoni spesa (diritti di legittimazione) assimilabili a quelli di Groupon o Booking, con la particolarità che i buoni spesa che vende Sxc appartengono anche ai settori dei beni primari, come carburanti, supermercati e utilities, quindi su SXC non si fanno investimenti e non si accumulano risparmi, ma si acquistano buoni spesa e si accumulano crediti premio".

Ci dicono che il motivo è che SixthContinent si è giustificata sostenendo di aver subito una truffa: è così? "Si, è cosi, Sxc, come rilevato dalle indagini tecniche eseguite da un ingegnere, asseverate dinanzi al Tribunale di Milano e contenute in un documento che consta di oltre 700 pagine di evidenze e prove, e verificato anche dai nostri revisori ha subito una frode milionaria, acuitasi tra luglio e settembre 2019. Non appena compreso il problema, la frode è stata almeno in parte frenata tramite un’azione di legittima difesa
proporzionale con azioni sempre previste dai Termini & Condizioni accettati dagli utenti sin dal 2016″.

Quale sarebbe questa truffa? "La frode, cosiddetta Loop, consisteva nel convertire tramite 2-3 passaggi le SixthContinent Card del valore di euro 100 pagate euro 70, in MasterCard prepagate e anonime presso i supermercati, per poi con quelle acquistare ulteriori SixthContinent Card. Acquistare una Sxc Card con un’altra Sxc Card (direttamente o indirettamente) è un’azione vietata in base ai Termini e Condizioni contrattualmente pattuiti e tecnicamente impossibile da effettuarsi sulla piattaforma, ma i frodatori avevano organizzato un raggiro molto complesso che prevedeva 3-4 conversioni di shopping card per poi effettuare, presso alcuni punti vendita fisici di alcuni supermercati lo scambio di shopping card con MasterCard prepagate e anonime".

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Cosa avete fatto per difendervi? "Nel primo momento abbiamo fatto la cosa più ovvia e giusta, abbiamo iniziato a bloccare gli account degli utenti che avevano violato le Linee Guida e commesso azioni frodatorie. Il blocco è avvenuto per “giusta causa” ed abbiamo immediatamente preso contatto con i titolari degli account tramite il nostro team legale interno. I primi utenti sono stati soltanto 19, i più facili e rapidi da individuare perché su di loro avevamo appena ricevuto segnalazioni per “transazioni sospette” ai sensi della normativa A.M.L. (“anti-riciclaggio”). Questi utenti si sono rivolti all’Acgm per chiedere di essere sbloccati, i funzionari dell’autority si sono recati presso i nostri uffici a metà dicembre e ci hanno invitato a rivolgerci alla Procura della Repubblica se ritenevamo di aver subito una frode. A dicembre avevamo già calcolato che almeno 600 persone, investendo circa 700.000 euro, erano riuscite a moltiplicare i crediti-fedeltà sino a ben 30 milioni di euro, con un guadagno illecito di circa il +4.000% rispetto alla somma realmente spesa quindi, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno fiscale, senza poter bloccare in via temporanea gli account che avevano commesso la frode e in attesa di un procedimento penale, restavano solo due scenari: chiudere la filiale Italiana per l’impossibilità di pagare 30 milioni di euro in crediti moltiplicati virtualmente e fraudolentemente, oppure utilizzare gli strumenti che i Termini & Condizioni prevedevano sin dal 2016, ovvero modificare la percentuale di utilizzo dei crediti, affinché l’utilizzo fosse comunque conveniente per tutti gli utenti ed al tempo stesso economicamente sostenibile per la società, in base a margini di ogni singolo buono acquisto. Quindi a dicembre 2019 abbiamo comunicato (abbiamo fatto numerose comunicazioni sul social a tutti gli utenti ed abbiamo fatto anche tre video conferenze settimanali per tre settimane in diretta su Youtube e Facebook) che dal 1° gennaio 2020, in via temporanea, per alcuni mesi, avremmo ridotto la percentuale dell’utilizzo dei crediti in base ai margini sul singolo buono acquisto a causa della frode subita e per l’impossibilità di bloccare singoli account ritenuti colpevoli. Successivamente, nel corso delle indagini abbiamo scoperto che le azioni di questi utenti avevano violato altre Linee Guida di Sxc. Alcuni, per esempio, rivendevano le Sxc Card ad amici e colleghi generando un profitto vietato dai T&C e fiscalmente rilevante, ma molti hanno violato anche alcune leggi dello Stato, come la normativa sull’antiriciclaggio. Pensi che moltissimi dei reclamanti, utilizzando il loop con i medesimi soldi fatti girare più volte per accrescere in modo virtuale i crediti hanno effettuato in poche settimane transazioni per un valore superiore di 2-3 volte rispetto al loro salario annuale dichiarato. Da quanto ammesso da alcuni utenti, alcuni sarebbero persino ricorsi a prestiti al di fuori degli ordinari canali per ottenere la somma iniziale necessaria a creare il Loop fraudolento. Quest’ultimo caso spiega anche il perché del nervosismo di alcune persone che non sono felici di utilizzare i propri crediti tramite una minor percentuale in un periodo temporale più lungo, oppure di acquistare buoni spesa che prevedono percentuali di sconto alti come nel passato ma per beni discrezionali e non primari, perché probabilmente hanno la necessità di monetizzare nel breve tempo.

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Perchè si è “rotto” il patto iniziale che c'era con gli utenti? "Questa frode è avvenuta soltanto in Italia dove non esistono strumenti con i quali le istituzioni possano intervenire in modo adeguato alla velocità del business digitale sul web e utile alle start-up innovative che operano in business nuovi mai inventati prima. Se hai un problema, anche grave come quello di cui siamo stati vittima occorre molto tempo per spiegare alla catena di autorità come funziona il tuo business, cosa hai subìto e cosa servirebbe per proteggerti in modo preventivo e temporaneo in attesa di approfondire i fatti, nel frattempo il sistema ti impone di non fare niente di diverso e tu rischi di non sopravvivere ai lunghi tempi della giustizia. Una web company è aperta 24 ore al giorno tutti i giorni dell’anno, mentre le istituzioni pubbliche sono sostanzialmente chiuse durante il periodo estivo, a mio avviso occorrono strumenti di prevenzione adeguati da applicare, in casi come questi, nell’attesa del procedere della giustizia. La situazione kafkiana che si è venuta a creare è che gli autori originari della frode in modo molto intelligente hanno approfittato dell’intervento in buona fede dell’Agcm per riuscire a monetizzare gli ultimi 230mila euro frodati che avevano dentro i propri account e poi sono scomparsi, mentre tutti gli utenti virtuosi e rispettosi delle regole, che sono la stragrande maggioranza, e la società stessa, ne stanno pagando le  conseguenze. Questo scenario non ha tradito soltanto le attese degli utenti virtuosi, che utilizzavano Sxc come aiuto prezioso nell’economia famigliare giornaliera, ma anche le attese dei soci e investitori della nostra società, che hanno dovuto immettere capitali per ripianare i danni economici della frode e vedere il fatturato diminuito in Italia in attesa che la giustizia faccia il suo corso e ci permetta di bloccare gli account fraudolenti anziché diminuire la convenienza delle nostre offerte".

Tra chi ci scrive c’è anche chi si lamenta di non poter più usare i crediti accumulati come faceva prima: cosa è cambiato?
"Da luglio, per il 97,3% degli utenti e per tutti quelli nuovi, non è cambiato niente, per il rimanente 2,7% su cui sono ancora in corso verifiche sono diminuite le percentuali di utilizzo dei crediti, soprattutto dei beni primari, non sui beni discrezionali".

Come mai alcuni di loro sostengono di essere in attesa di rimborsi da gennaio scorso per card mai consegnate?
"I rimborsi di un gruppo di card non consegnate a causa degli effetti iniziali della frode all’inizio dell’anno, sono partiti lo scorso inverno, ma sono “congelati” nel sistema a causa di una pioggia di Charge Back fraudolenti messa in atto da un gruppo di persone, coordinate tra di loro, che hanno ideato e tentato questa strada per monetizzare i crediti moltiplicati in modo virtuale. Abbiamo impiegato molte risorse,
anche economiche e legali, per spiegare al “sistema” come stavano realmente i fatti e finalmente le banche hanno compreso e stanno rifiutando i Charge Back, persino recuperando quelli precedentemente accettati. Questo scenario ci permetterà di completare i rimborsi in modo più agevole e rapido".

L'Agcm è intervenuta con una sanzione da 4.000.000 di euro, dando sostanzialmente ragione agli utenti: adesso cosa succederà? "Giuridicamente parlando non è stata data ragione ai segnalanti, infatti molti di loro, destinatari delle nostre denunce in Procura, sono ancora in cerca di monetizzare in qualche altro modo il frutto del raggiro. L’Agcm ha soltanto rilevato che gli sconti si erano abbassati notevolmente rispetto al recente passato e questo nessuno lo nega, anzi, ma ciò è avvenuto a fronte di una frode che ha generato un danno milionario e perdita di fatturato per la società. I manager della filiale italiana non vedono l’ora di riportarli ai valori precedenti per il 100% degli utenti, ma prima occorre ottenere l’autorizzazione legale per bloccare gli utenti autori di azioni fraudolente. L’Agcm ha rilevato soltanto l’abbassamento medio degli sconti, senza rilevare che è stato fatto come “legittima difesa” proporzionale e nel rispetto dei Termini & Condizioni, perché per poter accogliere il principio di avere agito per legittima difesa occorre accertare la “frode” e questa tematica (“accertamento della frode”) è materia esclusiva della Procura della Repubblica di Milano, presso la quale abbiamo depositato 3 denunce con allegate centinaia di pagine di prove. L’Agcm è rapida nei suoi procedimenti, ma è soltanto un primo passo di un percorso legale più ampio e lungo che si svolge successivamente presso il Tribunale Amministrativo. Confidiamo fortemente che il provvedimento dell’Agcm impugnato presso il Tar venga annullato, soprattutto alla luce degli sviluppi prossimi presso la Procura di Milano, dove sono state depositate le denunce penali riguardanti i comportamenti fraudolenti relativi alle frodi di cui è stata vittima la società. Il ricorso al Tar ha un tempo medio di circa 18 mesi, ma confidiamo di tornare alla normalità dopo i primi auspicati provvedimenti della Procura, che attendiamo in tempi brevi, per il bene di tutti gli utenti virtuosi e per il bene dello sviluppo della società".

In merito ai rimborsi: quindi prima o poi rimborserete tutti? "Certamente, ovvio".

E sul ricorso al Tar: è stato già presentato quindi? "Il primo si, quello avverso il "cautelare”; l'altro scade il 30 ottobre".

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