Sissy Trovato Mazza, folla al funerale: “Dio illumini le coscienze di chi deve dare risposte”
Folla a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, al funerale di Sissy Trovato Mazza, l'agente penitenziaria morta la scorsa settimana dopo due anni di coma e a seguito di una infezione. La donna era stata colpita da un proiettile nell'ascensore dell'ospedale civile di Venezia e da allora non si è mai più risvegliata. Francesco Basentini, capo del dipartimento di Polizia Penitenziaria, ha anche autorizzato "tutto il personale di ogni ruolo e qualifica che vorrà, volontariamente e libero dal servizio, prendere parte alle cerimonie liturgiche all'utilizzo dell'uniforme". "Il signore illumini le coscienze di chi dovrà dare delle risposte", ha detto il sacerdote nel corso dell'omelia nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, strapiena per l'occasione. Al termine delle esequie sono stati fatti volare palloncini bianchi in cielo. Il corteo funebre è stato aperto da uno striscione, grazie ai membri del comitato civico ‘Sissy la Calabria è con te', che chiede verità e giustizia per la donna, il cui decesso è ancora avvolto dal mistero.
Sono, infatti, ancora in corso le indagini sulla morte dell'agente penitenziario: ora si attende la nomina, prevista per il prossimo 24 gennaio, di periti incaricati di seguire gli accertamenti irripetibili sulla pistola e sul computer della poliziotta. Ma la famiglia ancora non riesce a darsi pace. "Aspettavano la morte di nostra figlia per indagare?" si chiede ancora, addolorata, mamma Caterina Martino. Molti sono ancora i punti oscuri della vicenda. Sissy, 28 anni e in servizio all'istituto di pena femminile della Giudecca di Venezia, era stata sorpresa da un colpo di pistola esploso da mano ignota nel vano dell'ascensore dell'ospedale civile della città lagunare, dove era in servizio esterno. Inizialmente il suo fu trattato come un caso di tentato suicidio, poi virato sulla tesi dell'aggressione da parte di terzi ma solo negli ultimi tempi è stata aperta anche l'ipotesi dell'omicidio. Sissy, prima di finire in coma, aveva cominciato una vera e propria battaglia contro gli abusi in carcere.