Sissy, la solitudine a un anno da quello sparo: “Accanto alla famiglia solo amici e volontari”
Un anno e 8 settimane da quel colpo che le ha trafitto il cranio e Sissy lotta ancora. Negli ultimi 14 mesi l'agente penitenziaria Maria Teresa Trovato Mazza, oggi 29 anni, ha passato di tutto: trasferimenti in varie strutture, interventi chirurgici, complicanze di ogni sorta in un quadro clinico complesso che difficilmente cambierà. La poliziotta calabrese è in stato vegetativo e resta soggetta a infezioni e complicazioni dovute ai lunghi ricoveri in rianimazione. La notizia, purtroppo, è che accanto alla famiglia Trovato Mazza, a un anno dalla tragedia, c'è solo il gruppo di sostegno ‘Sissy, la Calabria è con te', guidato da Jo Pinto e Loredana Viola e formato dai conterranei della ragazza e qualche ex agente delle polizia penitenziaria.
Dal ministero dell'Interno assicurano che faranno di tutto per accertare le circostanze di quel ferimento, ma ignorano perfino che Sissy sia ancora viva dopo lo sparo. Dall'amministrazione della Giudecca, il carcere femminile per il quale Sissy, a Venezia, svolgeva servizio esterno il giorno della tragedia, non giungono notizie circa gli esiti di eventuali accertamenti interni seguiti ai fatti. Le indagini stagnano tra l'ipotesi di suicidio e quella di omicidio (sebbene la famiglia Trovato Mazza abbia fatto presente le conclusioni dei propri legali sull'ipotesi di un'aggressione, ndr.) e ad occuparsi dell'assistenza medica di Sissy restano solo papà Salvatore e mamma Caterina, ridotti all'ombra di se stessi. Unico supporto l'affetto dei conterranei che, attraverso il gruppo, hanno organizzato un evento dedicato a Sissy, il prossimo 31 gennaio.
Il sospetto dei familiari di Sissy è che la giovane poliziotta sia stata aggredita da una persona che conosceva per motivi che riguardano il lavoro nel carcere della Giudecca.