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La morte di Sissy Trovato Mazza

Sissy, la rabbia di mamma Caterina: “Due anni senza indagare e ora cercate risposte nel corpo di mia figlia?”

Ai microfoni di Fanpage.it, con il corpo di sua figlia in obitorio in attesa di autopsia, le dure parole di Caterina, la mamma di Sissy Trovato Mazza, l’agente penitenziaria uccisa da un colpo di pistola. “Hanno portato via mia figlia per fare l’autopsia, con i funerali già fissati: due anni senza indagare e ora cercano risposte nel suo corpo martoriato. A quest’ora avremmo già dovuto sapere chi le aveva fatto questo”.
A cura di Angela Marino
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"Ventiquattro mesi di nulla e ora cercano risposte nel corpo martoriato di dolore di mia figlia". È la dolorosa protesta di Caterina Martino, che per la prima volta, con il corpo di sua figlia all'obitorio in attesa di autopsia, confida a Fanpage.it la disillusione e lo sconforto di questi due anni di attesa della verità su chi ha sparato alla sua bambina. Due anni, che per mamma Caterina sono trascorsi al capezzale di sua figlia Sissy, deceduta sabato 12 gennaio per quel colpo di pistola che le ha attraversato il cranio nel novembre del 2016. E la sensazione, guardando gli occhi di mamma Caterina, è che avrebbe continuato a curarla con lo stesso amore per altri vent'anni, perché la sua bambina i sacrifici li valeva tutti.

Partita da casa per servire lo Stato e tornata in fin di vita

A casa Trovato Mazza, a Taurianova, c'è una stanza adattata alle esigenze di Sissy, attrezzata con lavandino e un letto ospedaliero di fronte a un'armadio pieno di farmaci. Per due anni è stato il ‘laboratorio medico' di Caterina, santuario di amore e dedizione, dove ha assistito una figlia partita dalla la Calabria per fare la poliziotta e tornata a casa in fin di vita. "Ora che Sissy non c'è più non riesco a riposare, mi sveglio ogni due ore per farle la terapia, come ho fatto tutte le notti in questi due anni" dice seduta al tavolo della stanza pranzo con la casa gremita di parenti e amici con la faccia di chi ha perso tutto.

Una famiglia divisa dal dolore

Mentre papà Salvatore si rimette al lavoro della magistratura, che ora ha concesso un supplemento di indagini per scoprire cosa è successo quella mattina di due anni fa, Caterina è arrabbiata e non lo nasconde. "Cosa hanno fatto in questi due anni? A quest'ora dovevamo sapere esattamente cosa è accaduto e dovevamo poter seppellire nostra figlia senza sottoporla allo strazio dell'autopsia. Invece tutto è a zero e ora dopo che è stata operata, dopo che il suo cranio è stato aperto più e più volte, ancora uno nuovo strazio. Non doveva andare così". Già, è il mantra che in queste si ripete da un angolo all'altro di Taurinova, dove i manifesti delle esequie erano già affissi.

La sorella: "Sissy indagava: chi l'ha messa a tacere?"

"Anche io sono molto arrabbiata", confida Patrizia Trovato Mazza, la sorella e per due anni infermiera, di Sissy. "Sono tanti gli spunti investigativi su cui avrebbero potuto e dovuto lavorare. Nei giorni prima di finire vittima di quel colpo mia sorella stava raccogliendo elementi che le avrebbero consentito di denunciare alcune irregolarità – anche di carattere amministrativo – nel carcere: qualcuno lo sapeva? Qualcuno ha tentato di fermarla? Dove sono finiti quei documenti? Avrebbero dovuto investigare in questo contesto, che fa a dir poco paura, invece di accontentarsi della tesi della agente penitenziaria depressa che si suicida". Nelle prossime ore è attesa la nomina dei medici legali che effettueranno l'autopsia, un esame dovuto ma in cui i parenti, che non ne fanno un mistero, non credono. "Quello che ci fa sperare in una risposta della giustizia è l'interesse del ministro Bonafede", dice Caterina "senza il suo interesse non mi sarei meravigliata che avessero messo tutto a tacere molto prima".

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