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Sisma, il prefetto Iurato prova a difendersi: “La risata? Sono stata fraintesa”

Il prefetto delle finte lacrime davanti alle macerie dell’Aquila prova a spiegare quell’intercettazione choc che ha indignato la città del terremoto ma non solo. “Avevo paura e al telefono con un amico ho avuto una reazione emotiva”.
A cura di Susanna Picone
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Il prefetto delle finte lacrime davanti alle macerie dell’Aquila prova a spiegare quell’intercettazione choc che ha indignato la città del terremoto ma non solo. “Avevo paura e al telefono con un amico ho avuto una reazione emotiva”.

Prova a difendersi parlando di una vera commozione Giovanna Iurato, prefetto dell’Aquila ai tempi del terremoto. Prova a spiegare quella risata intercettata dai pm di Napoli, quando l’ex prefetto parlando con un amico aveva ammesso di aver finto di essersi commossa di fronte alle macerie (e alle vittime) del terremoto. Era trascorso poco tempo dal suo insediamento all’Aquila quando Iurato, questo emerge dalla telefonata intercettata, “scoppiava a ridere ricordando come si era falsamente commossa davanti alle macerie e ai bimbi rimasti orfani”. Delle risate che hanno ovviamente suscitato sdegno, pena, disprezzo nei parenti delle vittime del sisma ma che a suo dire sono state fraintese. Perché, spiega Giovanna Iurato a Repubblica, “la mia era una reazione emotiva al telefono, nient’altro”. L’ex prefetto ha spiegato che quella dell’Aquila era una situazione nuova, che chi non ci ha vissuto non può capire.

Avevo paura e al telefono con un amico ho avuto una reazione emotiva. Ma so bene che ciò che posso dire io adesso, in questo momento vale poco. Sono le persone dell'Aquila che mi hanno conosciuto in questi anni che devono parlare e dire come sono veramente.

Cancellieri: “Tristezza ma non giudizi” – Giovanna Iurato spiega che il periodo iniziale vissuto nella città distrutta dal terremoto fu terribile, che in “certe situazioni si può reagire in tanti modi”. Giustifica quella risata, insomma, facendo riferimento a una risata nervosa: “Certe volte uno può fare una risata nervosa perché oppressa dalla paura”. Ma lei vuole ribadirlo a tutti: davanti alla Casa dello studente, laddove sono morti 8 giovani, si è commossa veramente. E “non si può giudicare una persona dalla trascrizione di una telefonata fatta in un contesto particolare”. Intanto, su quelle lacrime finte accompagnate dalle risate, viene fatta una domanda anche al ministro Cancellieri, la quale ammette di provare tristezza ma dice anche di “non voler esprimere giudizi”. Un giudizio che invece viene fuori dalle parole del sindaco dell’Aquila Cialente: “Da frasi choc emerge la nostra solitudine”.

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