video suggerito
video suggerito

Simula un malore, si fa portare in ospedale a Foggia e si dilegua: “Mi serviva un passaggio”

Una donna di Carapelle, nel Foggiano, dovrà rispondere del reato di interruzione di pubblico servizio per aver chiamato il 118 ed essersi fatta portare al pronto soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia senza reali necessità. La donna, dopo essere arrivata presso la struttura, avrebbe tentato di dileguarsi. Raggiunta dal personale medico, avrebbe ammesso di aver finto un malore per ottenere un passaggio.
A cura di Eleonora Panseri
186 CONDIVISIONI
Immagini del repertorio.
Immagini del repertorio.

Ha fatto una chiamata al 118 chiedendo l'intervento dei soccorritori per un malore ma, dopo essere stata portata in pronto soccorso per eseguire accertamenti, si è allontanata senza dare spiegazioni.

Solo quando è stata rintracciata ha ammesso di aver fatto finta di star male perché "aveva bisogno di un passaggio". Ora la donna dovrà rispondere del reato di interruzione di pubblico servizio. Il fatto è accaduto nella serata di ieri, martedì 16 gennaio, nel Foggiano.

Secondo quanto è stato ricostruito successivamente dai quotidiani locali, ieri sera il servizio del 118 è stato allertato per una chiamata che richiedeva l'intervento dei sanitari giunta da Carapelle, in provincia di Foggia.

Quando sono arrivati gli operatori, la donna che aveva allertato il numero per l'emergenza sanitaria ha riferito di avere un malore, spiegando di avere la tosse da qualche giorno e chiedendo di essere trasportata in pronto soccorso per essere sottoposta alle cure e agli accertamenti del caso.

Tuttavia, una volta giunta davanti alle porte del pronto soccorso dell'Azienda Ospedaliera ‘Ospedali Riuniti' di Foggia, la paziente è scesa dall'ambulanza e si è rapidamente allontanata nel tentativo di far perdere le proprie tracce. Dopo essere stata ritrovata dagli operatori nei dintorni dell'ospedale, la signora ha candidamente ammesso di aver utilizzato l'ambulanza per arrivare a Foggia senza una reale necessità e per motivi personali.

Ora la signora è accusata del reato di interruzione di pubblico servizio, disciplinato dall'art. 340 del Codice penale che recita: "Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno".

186 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views