Silvia, due disabilità e un motto per andare oltre i propri limiti: “Vivo, quindi posso”
“Vivo, quindi posso”. Firmato Silvia Calcavecchia, 31enne siciliana trapiantata a Parma per motivi di studio, che nonostante la giovane età ne ha già vissute tante. “La mia vita non è iniziata col piede giusto” ha raccontato più volte la ragazza, anche tramite il suo blog, Sissiland (“Tutti mi hanno sempre chiamato Sissi”), uno spazio virtuale dove unire alle sue mille passioni, dalla scrittura ai viaggi, un messaggio forte e chiaro rivolto a chi guarda la disabilità solo con gli occhi del pietismo e della compassione: “Siamo prima di tutto persone”.
“Spesso si pensa che chi ha una disabilità non possa avere una vita normale, tra virgolette -dice ancora Silvia a Fanpage.it-. Ma in fondo cos'è la normalità? Per me la mia vita è normale. Certo, ho delle difficoltà probabilmente in più rispetto a qualcun altro, ma mi sento pienamente soddisfatta della mia vita”. Merito anche di Benny, compagno storico, e di chi non ha mai smesso di credere in Silvia, a partire da sua madre. “Non ha mai smesso di credere in me ed è stata la prima a farlo, anche quando i dottori le avevano detto che non potevo camminare, non potevo parlare, insomma, che la mia vita era destinata ad essere quella di un vegetale -sottolinea-. Lei non si è mai arresa: mi ha portato a fare fisioterapia, logopedia, qualsiasi cosa. Quindi, se ho ottenuto determinati risultati, è sicuramente grazie alla sua determinazione, che poi mi ha trasmesso”.
Attraverso Sissiland, “cerco di sensibilizzare il più possibile su svariati argomenti, dalla sostenibilità ai pregiudizi sul mondo della disabilità, ma non solo, anche quelli femminili” continua la 31enne, laureata in giornalismo all'ateneo parmigiano e, a dispetto di tante previsioni avverse nei suoi confronti, ad oggi impegnata a tempo pieno nel settore della comunicazione, non solo come blogger, ma anche come content creator, scrittrice e divulgatrice. Ha persino partecipato all'ultimo TedX di Reggio Emilia e ogni giorno fa i conti con decine e decine di email, non sempre semplici da ricontrollare al pc. Oltre ad una paralisi celebrale provocata da alcune complicazioni durante il parto, con conseguenze sul lato motorio, Silvia a 22 anni ha scoperto di avere anche una maculopatia degenerativa, che lentamente e progressivamente le sta togliendo del tutto la vista. Attualmente glie n'è rimasta solo l'1%, “per questo ingrandisco lo schermo o mi faccio aiutare, soprattutto da Benny. Per studiare usavo una lente di ingrandimento -continua- mentre quando scrivo i sottotitoli alle mie storie, per renderle inclusive anche a chi non sente, spesso sbaglio un sacco di parole e ci scherzo su coi miei followers”. L'ironia, infatti, è una dei tanti modi coi quali Silvia racconta la sua quotidianità con una prospettiva diversa.
Non solo. Il suo messaggio di forza e coraggio nei propri mezzi diventa ancora più potente quando, scorrendo il blog o i suoi profili social, ci si imbatte in ricordi in giro per il mondo o mentre fa trekking. “Per via del covid viaggiamo di meno -dice- ma mi aiuta a superare i miei limiti, perché non mi fermo finché non sono completamente stanca”. Inclusione, disabilità, sostenibilità, viaggi, scrittura: le parole d'ordine online e nella vita di tutti i giorni, per “Sissi”, sono queste. Alla faccia di chi ancora non riesce a convincersi che la disabilità non è un limite e che chi la vive sulla propria pelle sia prima di tutto una persona, come tutte le altre. “Dipende da come ognuno di noi vuole vivere la sua vita -conclude Silvia, ammettendo comunque di aver avuto in passato dei momenti difficili e di totale sfiducia-. Io ho deciso di viverla appieno: se sono viva, posso fare qualsiasi cosa”.