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Covid 19

Sileri: “Siamo in piena terza ondata Covid, ma il lockdown generalizzato ora è inutile”

“Sicuramente siamo nel pieno della terza ondata” di Covid-19 “e i contagi continueranno a salire”. Ma “ciò non significa che sia necessario chiudere tutta l’Italia” con un lockdown generalizzato, secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai 3. “Piuttosto servirebbe vaccinazione “con una sola dose” dice.
A cura di Biagio Chiariello
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“Un lockdown per tutta l’Italia per 4 settimane in questo momento io, le dico la verità, non lo vedo utile”. Queste le parole di Pierpaolo Sileri, senatore M5S e sottosegretario alla Salute, ad ‘Agorà Rai Tre’, condotto da Luisella Costamagna, sull’ipotesi di un lockdown generalizzato. "Il numero crescente di morti a marzo scorso è stata la parte più difficile da affrontare. Vedere oggi 100mila morti fa male. Ci si chiede sempre se si poteva fare di meglio", ha però ammesso. "Sicuramente è necessario" invece "rafforzare le restrizioni in alcune aree del Paese dove le varianti" di Sars-CoV-2 "circolano di più e dove vi è pressione sui reparti ospedalieri", precisa il medico ed esponente del Movimento 5 Stelle, all'indomani delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l'emergenza coronavirus che caldeggia chiusure nei fine settimana.

"Siamo nel pieno della terza ondata e i contagi continueranno a salire, per questo già da un po' di tempo chiedo di aumentare il numero di vaccinazioni somministrando una sola dose e ritardando la seconda di due o tre settimane", ha spiegato.

"Chiedo già da un bel po' di tempo di aumentare il numero di vaccinazioni" anti-Covid "utilizzando una sola dose" subito per il numero maggiore possibile di cittadini, per tutti i vaccini disponibili e "non solo per quello di AstraZeneca", evidenzia ancora Sileri, "questa è la strategia che dobbiamo attuare ora": un approccio che "deve essere adottato adesso" e che "non è procrastinabile", avverte il medico ed esponente del Movimento 5 Stelle.

"Abbiamo 1,5 milioni di dosi vaccinali ferme nei frigoriferi in attesa dei richiami – spiega Sileri – L'evidenza scientifica mostra che già la prima dose dà un'immunità sufficiente a proteggere dalla forma grave della malattia. Quindi ritardare la seconda dose, anche per i vaccini a mRna" di Pfizer/BioNTech e di Moderna, "di 2-3 settimane, in questo momento è ragionevole. Confidando naturalmente nelle consegne crescenti che ci sono già ora, che continueranno a marzo e aumenteranno ad aprile".

Passare al modello ‘una dose subito' "proteggerà i soggetti più fragili", sostiene Sileri. "Oggi – precisa – abbiamo 1,5 milioni di anziani che hanno già avuto la prima dose di vaccino: significa che abbiamo il 25% degli over 80 che difficilmente prenderanno la malattia in forma grave e difficilmente andranno in ospedale".

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