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“Signor giudice, sono una testa di ca…”. E lo spacciatore viene scarcerato

Ha toccato il cuore di un giudice di Torino la confessione di Antonio T., arrestato per spaccio di hashish. “Lo faccio per mangiare” ha detto in tribunale. I legali: “Ha ammesso la sua colpevolezza con schiettezza”.
A cura di B. C.
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Poche parole, semplici e sincere, pronunciate tra l’ilarità del pubblico presente nell’aula del tribunale di Torino, sono servite ad Antonio T., 43 anni, arrestato per spaccio di hashish, per farlo scarcerare. "Signor giudice, cosa vuole che le dica? Sono una testa di c…", avrebbe detto l’uomo, come riporta anche dall’Ansa. “Distribuisco la sostanza fra pochi amici. Lo faccio per mangiare” ha detto l’imputato al giudice Pier Giorgio Balestretti. Ebbene questa confessione deve aver toccato il cuore del magistrato: il presunto spacciatore è stato infatti scarcerato con l'obbligo di presentazione alle forze dell'ordine. "Tutto sommato – ha commentato in udienza l'avvocato Marco Pagella, che lo ha difeso insieme alla collega Gabriella Banda – ha ammesso l'addebito con schiettezza".

Antonio T. ha anche raccontato qualcosa della propria vita: "Ho due precedenti penali, del 1992 e del 1993, che risalgono al tempo in cui ero giovane, prendevo la droga e facevo tante fesserie. Dalla tossicodipendenza sono uscito da solo. Ho avuto due figli, oggi di 9 e 21 anni, dalla donna con cui ho convissuto a lungo. Oggi accudisco una signora cinquantunenne che ha dei problemi mentali. Dove abita? Posso dirvi la zona, l'indirizzo preciso non lo so indicare. Ma quel poliziotto lì, che incontro sempre a passeggio con il cane, forse lo sa". Il 43enne non ha ottenuto la condizionale per i suoi precedenti. I legali chiederanno l'affidamento in prova.

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