Sicilia, la denuncia dei medici: “Gonfiati numero posti letto in terapia intensiva, ne mancano 210”
In Sicilia ci sarebbero 210 posti letto in terapia intensiva fantasma. L’accusa viene lanciata dal Coordinamento dei medici ospedalieri (Cimo), che ha conteggiato i posti esistenti nei reparti di rianimazione, paragonandoli a quelli comunicati ufficialmente dalla Regione Sicilia. L’ipotesi, quindi, è che i dati siano stati gonfiati. Una denuncia che arriva dopo il caso di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese, dove i posti letto previsti ma mai realizzati sono dieci, con tanto di apertura di un’inchiesta da parte della procura. A questa denuncia, inoltre, si aggiunge ora l’audio in cui un dirigente della Regione che invitava a caricare i dati sulla piattaforma nazionale.
Il Coordinamento dei medici ospedalieri (Cimo) ha contato i posti esistenti nei reparti di rianimazione e li paragonati con i numeri ufficiali, quelli comunicati dalla Regione. Secondo il sindacato dei medici ci sarebbero, quindi, 210 posti letto fantasma, presenti solamente nei numeri forniti dalla Regione ma non all’interno degli ospedali. Quindi rispetto al 2019 i posti in terapia intensiva aggiuntivi rispetto al 2019 sarebbero solamente 189. Prima dell’emergenza erano 418 le terapie intensive in Regione, mentre dopo la prima ondata era previsto di arrivare a quota 720, un numero destinato a salire a 817, secondo i numeri forniti sulla piattaforma Gecos della Protezione civile.
Su queste cifre si basa il calcolo del sindacato, come spiega Angelo Collodoro, vicesegretario regionale di Cimo Sicilia, al Fatto quotidiano: “Abbiamo contato i posti sul campo e la realtà è ben diversa, hanno gonfiato i numeri”. A luglio erano previsti 720 posti, ma per il sindacato erano 583, quindi 137 in meno. Al 12 novembre, poi, i posti dovevano essere 817, di cui 326 Covid e 491 standard. Ma per i medici siciliani quelli realmente attivi sono solamente 607. Andando sulle singole province, secondo il sindacato i posti dovevano essere 37 a Caltanissetta, mentre invece sarebbero 37. A Enna erano 8 prima dell’emergenza e il numero sarebbe rimasto invariato. A Messina, invece, pre-Covid erano 62, la Regione ne conta 120, ma per il Cimo in realtà quelli attivi sono solamente 55.