video suggerito
video suggerito

Si toglie la barba per sempre, ma resta col viso deturpato: centro estetico fallisce, niente risarcimento

I fatti sono avvenuti ad Arezzo. L’uomo, un 40enne, dovrà ora rivolgersi al giudice delegato al fallimento per tentare di recuperare le somme spese e ottenere il risarcimento dei danni subiti.
A cura di Biagio Chiariello
82 CONDIVISIONI
immagine di repertorio
immagine di repertorio

A quarant’anni circa ha deciso di dare un taglio alla routine quotidiana della barba e si è rivolto agli specialisti di un centro in provincia di Arezzo per eliminarla definitivamente. Tuttavia, le cose non sono andate come previsto. Il malcapitato infatti dopo essersi sottoposto a varie sedute di epilazione laser sul volto, ha ottenuto come unico risultato vesciche e ustioni di secondo grado che l'hanno costretto a ricorrere al pronto soccorso dell'ospedale ‘Santa Maria alla Gruccia' di Montevarchi.

Il 40enne ha preteso ovviamente spiegazioni e protestato a lungo con il personale responsabile della laser-terapia, prima di rivolgersi ad un legale per avviare una causa contro la struttura e richiedere il risarcimento dei danni subiti. In primo grado, il Tribunale di Arezzo gli ha dato ragione, come riporta il Corriere Fiorentino. Dopo aver esaminato la documentazione, ascoltato i testimoni e disposto una perizia medico-legale, gli sono stati accordati circa 11 mila euro di risarcimento danni, oltre al rimborso delle spese legali.

L'uomo però non ha fatto i conti con un evento: il fallimento del centro estetico nel 2022. A quel punto, la curatela della società, nominata dal giudice delegato per i fallimenti del Tribunale di Arezzo per eseguire i conteggi, ha presentato ricorso contro la sentenza di primo grado. Le motivazioni, ritenute inoppugnabili dalla Corte d’Appello di Firenze, hanno portato alla revoca della condanna.

L'unica speranza di recuperare i soldi resta ora quella di rivolgersi al giudice delegato per il fallimento. La normativa, a tutela del principio della ‘par condicio creditorum', stabilisce un vincolo di indisponibilità sui beni del compendio fallimentare, destinati a garantire equità tra tutti i creditori, i quali, partecipando alla procedura concorsuale, acquisiscono il diritto a una quota del patrimonio del fallito.

In talune circostanze i giudici fallimentari, se individuano beni o somme disponibili, devono distribuirli tra i creditori seguendo specifiche priorità stabilite dalla legge. Questo avviene spesso dopo aste o procedure complesse e prolungate. Ad esempio, i dipendenti e i fornitori hanno diritto di essere risarciti per primi.

82 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views