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Si sente male a casa, arriva l’ambulanza ma è senza medico: Fabiana muore a 23 anni, aperta inchiesta

Fabiana Alessi è morta all’ospedale di Mazzarino, in provincia di Caltanissetta. I familiari della giovane, mamma di un bimbo di tre anni, hanno presentato un esposto denunciando negligenze nei soccorsi.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Caltanissetta ha aperto una inchiesta e ha disposto il sequestro della salma di Fabiana Alessi, una ragazza di 23 anni morta il 26 dicembre all'ospedale di Mazzarino, nella provincia di Caltanissetta.

A presentare la denuncia è stata la famiglia della giovane donna, mamma di un bimbo di 3 anni. I familiari della giovane, assistiti dall'avvocato Fabrizio Marotta, hanno presentato un esposto perché, a loro dire, ci sarebbero state delle negligenze nel prestare soccorso alla 23enne.

Secondo la loro ricostruzione, Fabiana era a casa quando improvvisamente si è sentita male e si è accasciata. Il marito, Simone Barresi, ha subito chiamato il 118 mentre tentava di soccorrere la compagna, che però non riusciva a respirare. I due vivono a circa 200 metri dall'ospedale ma a quanto pare sarebbe stata inviata un'ambulanza non medicalizzata.

Il medico del pronto soccorso, unico in servizio, non sarebbe potuto uscire non potendo lasciare il presidio scoperto, ma avrebbe incaricato il collega della guardia medica il quale, secondo la ricostruzione dei familiari della giovane donna, sarebbe arrivato dopo più di mezz'ora.

Gli operatori del 118 hanno praticato il massaggio cardiaco e i tentativi di rianimare la ragazza sarebbero andati avanti per circa un'ora e quando la giovane mamma è arrivata in ospedale era ancora viva, ma poco dopo è deceduta.

Intanto Vincenzo Marino, medico che quel pomeriggio stava svolgendo servizio al pronto soccorso di Mazzarino, ha denunciato ai carabinieri minacce di morte che avrebbe ricevuto dai familiari della giovane. Marino, che è anche sindaco del paese, era l'unico medico di guardia e quando è stato chiamato per aiutare la giovane mamma ha riferito appunto che non poteva allontanarsi perché sarebbe incorso nel reato di interruzione di pubblico servizio.

Ma a suo dire i familiari non avrebbero voluto sentire ragioni. Secondo il medico, due persone sarebbero poi andate in ospedale "minacciandolo di morte”.

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