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Si schianta sullo scivolo all’Acquapark e rimane paralizzato: 632mila euro di risarcimento 20 anni dopo

La storia di un giovane marchigiano, appena 19enne all’epoca dei fatti, la cui vita è stata completamente stravolta da quell’evento avvenuto nel parco acquatico in provincia di Ancona.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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Rimasto paralizzato dopo essere caduto da uno scivolo all’Acquapark, ha dovuto attendere ben venti anni per avere un risarcimento danni da 632mila euro riconosciuto da un Tribunale. È la storia di un giovane marchigiano, appena 19enne all’epoca dei fatti, la cui vita è stata completamente stravolta da quell’evento avvenuto un giorno di giugno del 2003 nel parco in provincia di Ancona.

L’uomo, ormai 39enne, all’epoca lavorava come operatore dello stesso parco. Quel giorno cadde accidentalmente nello scivolo, schiantandosi sulla struttura di cemento al termine della corsa della ripida attrazione acquatica nota come kamikaze. Il giovane rimase tetraplegico e ingaggiò una battaglia in sede civile contro la società che gestiva la struttura di divertimenti ma, tra ricorsi, rinvii e perizie, ha dovuto attendere fino ad oggi per poter beneficiare della somma di 632mila euro riconosciuta dai giudici.

Come informa l’Agi, infatti, la Cassazione civile nei giorni scorsi ha confermato la precedente sentenza emessa in secondo grado dalla Corte d’Appello di Ancona permettendo alla vittima dell’incidente di poter beneficiare dei soldi. In particolare i giudici hanno stabilito che quello scivolo non era a norma, nonostante tutte le autorizzazioni concesse dagli enti di controllo.

Oltre alla società, infatti, la Suprema Corte, ha condannato il Ministero dell’Interno, il Comune e un architetto in quanto l’attrazione “è risultata difforme dalle regole tecniche e di comune prudenza sia quanto alla pendenza, sia quanto alla distanza della struttura di cemento, approntata a distanza non regolamentare dal punto di approdo dello scivolo”.

Carenze strutturali che si sono rivelate decisive nel caso dell’ex dipendente. “Quel giorno – spiega all’Agi l’avvocato che lo assiste – il ragazzo stava lavorando quando gli cadde il fischietto dalla bocca e, nel tentativo di recuperarlo, si schiantò sullo scivolo kamikaze”.

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