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Si presenta in classe con un piercing, 18enne cacciato dalla scuola dalla preside

Sta facendo molto discutere il caso che arriva da Arzachena, in Sardegna. Il regolamento dell’istituto alberghiero non consente di indossare orecchini. Intanto il ragazzo, che ha subito deciso di ritirarsi, ha denunciato la dirigente ai carabinieri: “Mi ha strattonato”.
A cura di Biagio Chiariello
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Uno studente 18enne di Olbia, Mattia C., al quarto anno dell’Istituto Alberghiero di Arzachena, questa mattina è stato allontanato dalla scuola per colpa di un piercing al naso e un brillantino sotto la palpebra. Secondo le autorità scolastiche, gli accessori estetici del giovane sono una violazione del regolamento dell’istituto datato 2014. La storia è riportata da La Nuova Sardegna, che evidenzia come il documento, firmato dalla dirigente Fabiola Martini e approvato dal Consiglio di istituto “richiede un abbigliamento consono e adeguato per l’ingresso a scuola. Stabilisce che non è consentito il possesso di piercing, orecchini, acconciature e pettinature che non garantiscano l’igiene personale e la salvaguardia di ambienti salubri”. Il nostro obiettivo è “la formazione, la crescita culturale, la maturazione personale, professionale e sociale dello studente. Prima di oggi ho invitato i ragazzi al rispetto delle regole. Ma vista la reiterata inosservanza di queste ultime, sono stata costretta ad imporre il rispetto dell’articolo 18” spiega Fabiola Martini, 55 anni, da 30 anni insegnante e da 4 preside dell’Alberghiero.

Ma il ragazzo, dopo il ‘no’ della dirigente a entrare a lezione, ha chiesto l’intervento del padre e dei carabinieri. “Non capisco perché mio figlio – dice il padre di Mattia – non abbia il diritto di entrare a scuola dal momento che altri suoi compagni, che portano piercing e orecchini, non sono stati allontanati dalla dirigente”. Il ragazzo afferma inoltre che la stessa preside l’avrebbe anche strattonato e per questo ha fatto scattare la denuncia. Secondo il padre, ora Mattia avrebbe già deciso di ritirarsi da scuola e “di opporsi a un regolamento che impedisce agli studenti di esprimersi come meglio credono. Anche perché, che esempio danno i professori che portano l’orecchino? È giusto affermare che il regolamento vale solo per i ragazzi?”.

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