Si imbrattano di finto sangue alla Pinacoteca di Bologna per Ischia: la protesta di Ultima Generazione
Ancora un'azione dimostrativa degli attivisti di Ultima Generazione, movimento ambientalista che si batte per la tutela del pianeta e contro l'inquinamento. Questa mattina alcuni attivisti hanno fatto irruzione all'interno della Pinacoteca di Bologna e hanno attaccato una foto dei soccorritori al lavoro a Ischia dopo la frana che ha colpito Casamicciola prima di versarsi del liquido rosso addosso. Accanto alla gigantografia i nomi dei bambini morti nella frana: “Il governo italiano è l'autore della strage di innocenti di Ischia – spiega uno dei partecipanti – una pioggia senza precedenti si è abbattuta sull'isola, siamo in piena emergenza climatica. Quante stragi dovremo assistere prima che il governo scelga di agire per salvare le nostre vite?”
In pochi minuti sono intervenuti gli addetti alla sicurezza che hanno staccato la foto dalla parete e hanno sequestrato anche lo striscione esposto dagli attivisti, prima dell'arrivo dei carabinieri. Tutti i presenti sono stati identificati. “Abbiamo scelto la parete in cui è appeso il dipinto di Guido Reni "La strage degli innocenti" – spiega Andrea, uno degli attivisti che ha scelto di partecipare all'azione insieme al padre – appendendo la foto dei bambini morti a Ischia abbiamo voluto così dialogare con l'opera stessa”.
Chi sono gli attivisti di Ultima Generazione
Formatosi nel 2021 il collettivo di Ultima Generazione unisce cittadini e cittadine che, con azioni dimostrative non violente, si prefiggono l'obbiettivo di accendere i riflettori su temi legati ad ambiente e inquinamento, e quindi su problemi come la riapertura delle centrali a carbone dismesse e le nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale. Altre questioni su cui vuole porre l’accento solo il riscaldamento globale, la deforestazione e le gravi conseguenze dell’impatto dell’uomo sull’ambiente, che in futuro potrebbero portare a una scarsità alimentare.
Il movimento è attivo anche il altri Paesi del mondo, con nomi come “Last Generation” e “Leztze Generation” e segue la stessa strada di iniziative come “Extinction Rebellion” e “Just Stop Oil”. Così come negli altri paesi europei, anche in Italia sono state numerose le azioni dimostrative portate avanti nei mesi scorsi dagli attivisti per l'ambiente che hanno suscitato non poche polemiche. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema hanno infatti scelto la linea provocatoria e preso di mira l'arte: diverse le opere che sono state oggetto di lancio di salse o vernice.
L'obiettivo, hanno sempre spiegato, non è danneggiare le opere d'arte ma creare disagio e clamore e quindi dibattito su temi fondamentali per la cittadinanza e soprattutto il futuro del pianeta. “Il nostro non è vandalismo, ma il grido di allarme di cittadini disperati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e, con esso, della propria vita”, hanno spiegato gli attivisti.
Le azioni dimostrative di Ultima Generazione in Italia
Lo scorso luglio alcuni appartenenti a Ultima Generazione hanno fatto irruzione nella sala Botticelli degli Uffizi di Firenze e, dopo aver esposto uno striscione con la scritta “Ultima Generazione, No Gas No Carbone”, si sono poi incollati al vetro che protegge La Primavera. Sempre in Toscana, pochi giorni prima (il 16 luglio), tre ambientalisti si erano incatenati con un lucchetto a una balaustra durante l'intervallo dell'opera Madama Butterfly, al Teatro Puccini di Torre del Lago (Lucca).
È stata poi la volta di Milano dove, lo scorso 30 luglio, alcuni attivisti si sono recati presso il Museo del ‘900 di Milano incollandosi alla struttura che sostiene la scultura Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni. E ancora a Roma, dove il 18 agosto, due giovani ambientalisti di Ultima Generazione si sono legati alla base della statua di Laocoonte all'interno dei Musei Vaticani, esponendo uno striscione contro l'uso di gas e carbone. L'ultima azione dimostrativa a Padova, all'interno della Cappella degli Scrovegni, dove tre attivisti hanno esposto uno striscione con slogan anti-Co2, mentre altri due si sono agganciati con catene in acciaio al corrimano che delimita l'area di visita impedendo l'ingresso ai visitatori.