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Si fingono agenti e rappresentati di diocesi per rapinare case, 10 arresti a Torino

Sono una dozzina le rapine contestate alla banda di malviventi avvenute tra il settembre del 2014 e il maggio del 2015. In carcere anche un carabiniere.
A cura di S. P.
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Dicevano di essere poliziotti, carabinieri, finanzieri, e anche rappresentati di scuole e diocesi pur di ottenere credibilità dinanzi a quanti sarebbero diventati i loro obiettivi da rapinare. Agiva così una banda di malviventi attiva a Torino e provincia che è stata sgominata dai carabinieri, quelli veri, che stamane hanno effettuato dieci arresti e indagato a piede libero altre otto persone, una delle quali sottoposta all'obbligo di firma. Sono una dozzina le rapine contestate alla banda e avvenute tra il settembre del 2014 e il maggio del 2015. Si tratta di rapine avvenute soprattutto in appartamenti, spesso senza che le vittime neanche se ne accorgessero dato che quando vestivano i panni delle forze dell'ordine i rapinatori utilizzavano falsi decreti di perquisizione e di sequestro di beni. In un caso è stato colpito un famoso ristorante di Torino, in un altro l'abitazione di un gioielliere a Grugliasco. A quanto pare i rapinatori sceglievano le loro vittime appositamente tra coloro che potevano avere motivi per aspettarsi tali provvedimenti giudiziari e soltanto quando queste protestavano i ladri diventavano violenti: a quel punto la banda picchiava, legava e imbavagliava le vittime.

Arrestato l'uomo ritenuto il leader della banda – Tra i vari arrestati finiti in carcere c’è G.P., 33 anni, ritenuto il leader della gang e già fermato per la cessione di un'arma lo scorso marzo, quando si era spacciato per l'autista dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. In manette è finito anche un carabiniere accusato di avere passato alla banda informazioni della banca dati delle forze dell'ordine, anche se non è chiaro se fosse consapevole di avere a che fare con dei malviventi. Per ragioni analoghe tra gli indagati compare un poliziotto.

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