Si fingevano minori per trovare pedofili online, li stordivano col taser e li picchiavano: condannati
Fingendosi minori, due ragazzi avrebbero adescato presunti pedofili online, arrivando poi a stordirli, picchiarli e sequestrarli tenendoli segregati per giorni in un casolare abbandonano in campagna nel Trevigiano. Pere questo due ragazzi veneti di 19 e 20 anni sono stati condannati ieri in primo grado dal Tribunale di Treviso a poco più di 6 anni ciascuno per i reati di sequestro di persona, rapina aggravata e indebito utilizzo di carte di credito e porto di oggetti atti a offendere.
I fatti contestati ai due giovani risalgono agli anni scorsi e sono stati scoperti lo scorso anno quando i due ragazzi vennero sorpresi dai carabinieri di Vedelago (Treviso) in un casolare abbandonato della zona e arrestati in flagranza di reato. I due, insieme a un minore di 15 anni che verrà giudicato dal Tribunale per i minorenni in un processo separato, tenevano prigioniero un cinquantenne che avevano picchiato e derubato. Al 50enne, che era tenuto legato, avevano sottratto e le chiavi dell'automobile anche la tessera bancomat che poi avevano usato per fare compere.
Per accertare i fatti erano subito partite le indagini del caso che hanno portato a ricostruire la vicenda dei “vendicatori” di pedofili. Il cinquantenne infatti non era il solo entrato nel mirino dei tre ragazzi ma almeno altre sette persone avrebbero subito la stessa sorte perché accusati di adescare minori online. Nei loro confronti il giudice ha anche disposto dei risarcimenti ma due di loro risultano irreperibili.
Come hanno confermato gli inquirenti a Fanpage.it, carabinieri avevano ricevuto alcune segnalazioni su questo gruppetto di ragazzi che agivano in zona e quindi erano partiti dei controlli nei casolari indicati come possibili luoghi dei sequestri. Durante uno di questi, hanno fermato uno dei ragazzi che era in bici, scoprendo poi all'interno gli altri due e la vittima.
I tre ragazzi fermati hanno raccontato di aver preso spunto da una serie di documentari tv statunitensi, visti su Youtube, To Catch a Predator, in cui un gruppo di persone, “cacciatori di pedofili” appunto, dava la caccia a presunti pedofili e li esponeva al pubblico nei video. Per la sua violenza e il suicidio di un uomo finito al centro di una puntata, il programma venne sospeso ma le vecchie puntate disponibili online avrebbero spinto i ragazzi trevigiani a emulare i protagonisti. Gli inquirenti però sottolineano il loro stato di fragilità psicologica e di disagio al momento dei fatti.
I tre giovani avrebbero iniziato a operare già dal 2022 con la medesima tecnica ma la scoperta è avvenuta solo quando sono stati fermati dai carabinieri insospettiti dalla loro presenza nel casolare abbandonato. I tre ragazzi tendevano un tranello alle vittime spacciandosi per minori online, poi davano loro appuntamento in zone isolate e in casolari dismessi dove infine gli uomini venivano picchiati e derubati. Il tutto senza temere conseguenze visto che confidavano sul fatto che nessuno avrebbe denunciato.
Invece l’intervento dei carabinieri ha portato al loro arresto e ora alla condanna, che è ridotta di un terzo per il rito abbreviato e che non si discosta molto dalle richieste del pm di Treviso. Tutti loro hanno accettato di aderire a un percorso di giustizia riparativa e risarcire le vittime. I difensori degli imputati attendono la pubblicazione delle motivazioni per decidere l'eventuale ricorso in appello.