Si cerca l’amante di Messina Denaro: il mistero degli abiti da donna nel covo del boss
Non solo fiancheggiatori, sodali e prestatomi vari, Matteo Messina Denaro probabilmente poteva contare anche su un’amante che lui avrebbe ospitato assiduamente nei suoi covi. È quanto indicano i ritrovamenti avvenuti in questi giorni nei covi del boss a Campobello di Mazara dopo l’arresto dei carabinieri.
Tra documenti, libri, gioielli e quadri, infatti, in casa del numero uno di Cosa nostra sono stati rinvenuti anche molti vestiti di lusso amati dal boss ma soprattutto abiti femminili. I vestiti erano negli armadi dell’abitazione di via San Vito o Cb31/7 e fanno ipotizzare la presenza assidua di una donna accanto al boss.
Una donna frequentava l'abitazione del boss
Non un incontro fugace e occasionale, che in questi anni di latitanza nel Trapanese sicuramente il boss ha avuto, ma una frequentazione molto più assidua che indica la presenza di una possibile amante. Una ipotesi che sarebbe confermata anche da diverse voci che parlano di una donna che frequentava anche la precedente residenza segreta del boss, quella di via San Giovanni da dove Messina Denaro sarebbe andato via diverso tempo fa e ora vuota.
L’edificio è stato indicato dal titolare della ditta di traslochi che il boss aveva incaricato di trasportare i mobili e gli elettrodomestici per il trasferimento. L’uomo, dopo l’arresto del boss ha contattato gli inquirenti indicando il precedente covo e il lavoro svolto, affermando però che mobili e cassetti erano già vuoti all’arrivo degli operai.
Si cercano tracce dall’analisi dei telefonini
Per ora ovviamente nessuna certezza sulla proprietà di vestiti e dunque sull’identità della presunta amante di Matteo Messina Denaro ma si suppone possa essere una donna del posto, secondo quanto ricostruisce Il Messaggero. Quegli abiti infatti non sarebbero una dimenticanza ma segno di qualcuno che ritornava ogni tanto dal boss.
Proprio sui rapporti umani di Messina Denaro e sulle sue frequentazioni durante la latitanza si stanno concentrando ora le indagini sia dei carabinieri che della polizia che stanno cercando di individuare la fitta rete di fiancheggiatori che inevitabilmente ha favorito direttamente la latitanza del boss, coprendo ogni suo spostamento e attività nel Trapanese.
Spostamenti e rapporti che oltre dalle testimonianze e dalle precedenti rivelazioni che gli inquirenti stanno cercano di ricostruire dai documenti trovati nei covi e dall’analisi dei telefonini che sono stati sequestrati al latitante e agli accompagnatori al momento dell’arresto.