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Si ammala di tumore causa uranio impoverito: per i giudici ora lo Stato deve risarcirlo

“Qualcuno doveva sapere che maneggiando ordigni all’uranio impoverito, senza particolari protezioni, ci si poteva ammalare”: per il Tar della Lombardia lo Stato è pienamente responsabile della malattia di un carabiniere.
A cura di Redazione
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La vicenda risale al dicembre del 2002 ed è raccontata con precisione da Fabio Abati sul Fatto: un militare di stanza in Kosovo è stato aggredito da un tumore alla tiroide dopo essere entrato in contatto con materiale contenente uranio impoverito. L'uomo, che attualmente presta servizio nell'arma dei carabinieri, si è rivolto al Tar per una richiesta di "equo indennizzo", dopo essersi scontrato con la chiusura del ministero della Difesa, che ha addotto meri motivi formali. Invece, come ricorda Abati:"Il Tar di Milano, nel febbraio di quest’anno, ha dato ragione al militare. Recentemente, con un sollecito, è stata richiesta l’esecuzione della sentenza e la liquidazione di quanto dovuto (quasi350mila euro). Il ministero ricorrerà al Consiglio di Stato, ma quello che i giudici scrivono nel primo grado di giudizio mette un tassello decisivo nella lunga battaglia che tanti militari, vittime delle esposizioni all’uranio impoverito, hanno condotto contro chi sapeva dei possibili danni alla salute, ma non ha potuto o voluto agire".

Ed è infatti proprio il concetto di "piena responsabilità dell'amministrazione" e quello di "causa di servizio" che potrebbe rappresentare un precedente decisivo per le vicende processuali di tantissimi militari coinvolti. Del resto, come vi abbiamo raccontato con un servizio specifico, sono ancora molti i casi "in attesa di giustizia": vicende sulle quali la magistratura non si è mai espressa in maniera univoca e che soprattutto rimandano ad una serie di omissioni, connivenze e abusi mai chiarita fino in fondo.

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