Shalabayeva, la figlia denuncia i funzionari italiani e kazaki
La figlia maggiore di Alma Shalabayeva e del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, Madina, ha alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma, insieme a tre diplomatici del Kazakistan, tra cui l'ambasciatore a Roma Adrian Yelemessov, per i reati di sequestro di persona e ricettazione. La Shalabayeva era stata espulsa dall'Italia il 31 maggia, insieme alla figlia Alua, e rimpatriata in Kazakistan, con una azione rivelatasi poi scorretta. Il caso scatenò infatti diverse polemiche e portò alle dimissioni di Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Angelino Alfano. La denuncia è stata depositata in procura a Roma dal legale di Madina Ablyazova, il professor Astolfo Di Amato. "Nel provvedimento – afferma il penalista – accusiamo di sequestro di persona aggravato l'ambasciatore del Kazakistan a Roma, Andrian Yelemessov, il consigliere per gli affari politici, Nurlan Khassen, e l'addetto agli affari consolari, Yerzhan Yessirkepov".
I legali di Madina, attualmente residente in Svizzera, chiedono al procuratore capo Giuseppe Pignatone di identificare anche i funzionari del Viminale e della Questura che "abbiamo tenuto comportamenti contro la legge nella vicenda dell'espulsione della donna e della figlioletta". L'accusa di ricettazione è legata a un documento per l'espatrio della bambina presentato dai diplomatici kazaki. "La foto presente sul documento – afferma il difensore – è del tutto simile al passaporto della Repubblica del Centro Africa sequestrata dall'autorità italiane. Il fatto appare anomalo perché la figlia di sei anni di Alma è nata in Inghilterra e non ha mai avuto contatti con le autorità kazake".