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Sgominata rete di pedofili tra Trento e Bolzano, coinvolto anche un magistrato

La Polizia di Trento ha arrestato 10 persone, eseguito 47 perquisizioni e sequestrato ingente materiale informatico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori. Nell’inchiesta è coinvolto anche un magistrato dalla Corte d’appello di Reggio Calabria: la notizia del suo arresto era stata diffusa il 2 ottobre.
A cura di Susanna Picone
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Dieci arresti, quarantasette perquisizioni e il sequestro di un ingente materiale informatico con file prodotti mediante lo sfruttamento sessuale di minori. È questo il bilancio dell’operazione “Black Shadow” della polizia di Stato di Trento, che ha sgominato una rete di presunti pedofili che operava su una piattaforma Voip criptata. Le indagini sono state condotte dagli agenti della polizia postale di Bolzano, coordinate dal Centro nazionale contrasto alla pedopornografia online e dirette dalla Procura distrettuale di Trento. Nell'inchiesta risulta coinvolto anche un magistrato dalla Corte d'appello di Reggio Calabria, il cinquantottenne Gaetano Maria Amato: la notizia del suo arresto era stata già diffusa il 2 ottobre scorso.

Sequestrato materiale pedopornografico in molte regione italiane

Le indagini sono partite nel febbraio 2016 dopo l’arresto di un quarantenne che vive in val Pusteria: l'uomo era stato trovato in possesso di 4 Terabyte di materiale digitale contenente esibizioni pornografiche di minori. Aveva raccontato che il materiale era stato scaricato da internet e che l’aveva avuto da persone su cui non era in grado di fornire nessun dettaglio utile all’identificazione. Dichiarazioni che hanno insospettito gli investigatori della polizia delle comunicazioni: sul computer sequestrato hanni individuato un abnorme utilizzo dell'applicazione Voip e una rubrica composta da decine di contatti. Gli inquirenti, attraverso l'utilizzo di particolari software, sono riusciti a ricostruire molte conversazioni dalle quali emergerebbe la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minori. L'uomo è risultato essere il fulcro di una rete con oltre un centinaio di contatti con i quali lo stesso, a volte presentandosi come madre di una bambina, affermava di essere attratto sessualmente da bambini. Gli investigatori hanno individuato 48 sodali, le cui attività di produzione e condivisione di materiale illecito prendevano il via da Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.

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