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Sfrattato e senza casa, Marco muore di freddo in un garage: “Natale non sarà bello per tutti”

Il 53enne veneto da tempo denunciava la sua condizioni di senza casa sui social. “Io sto al freddo e non so come mettermi in contatto con voi del municipio” scriveva esattamente un anno fa Marco Magrin trovato morto il 30 novembre scorso in un garage a Treviso dove aveva trovato un rifugio di fortuna.
A cura di Antonio Palma
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"Natale sarà bello per molti ma non per tutti, io sono al freddo" così scriveva sui social Marco Magrin un operaio saltuario veneto di 53 anni trovato morto il 30 novembre scorso in un garage a Treviso dove aveva trovato  rifugio di fortuna perché non aveva casa né mezzi sufficienti per permettersene una. Una frase di un anno fa che faceva riferimento proprio alla sua condizione di senza casa e che appare oggi ancora più terribile alla luce di quanto accaduto.

La morte del 53enne, che da tempo denunciava online la sua condizione, ha scatenato pesanti polemiche e uno scambio di accuse tra il sindaco leghista Mario Conte e l'associazione Caminantes,  Associazione a sostegno delle persone senza fissa dimora e di chi si trova in difficoltà abitativa. Il primo cittadino ha annunciato un esposto per chiarire le responsabilità del proprietario della casa da cui il 53enne sarebbe stato sfrattato, Andrea Berta, che è proprio uno degli attivisti per la casa del centro sociale trevigiano Django.

Secondo il sindaco, pur sapendo della situazione in cui si trovava Magrin, Berta non avrebbe avvisato i servizi sociali del Comune che non ne sapevano nulla. Il proprietario di casa e gli attivisti dal loro canto segnalano invece che il 53enne deceduto aveva più volte segnalato i fatti e scritto persino sul profilo Facebook del sindaco. "Non so come mettermi in contatto con lei quindi le scrivo ora qui. Ho bisogno di un consiglio: come posso fare per stare in piedi mentre cado dopo che nessuno mi ascolta?" era uno dei messaggi. Dagli uffici comunali però spiegano che a loro non risulta arrivata alcuna segnalazione.

Berta ha raccontato di aver ereditato l'appartamento nel 2022 dopo la morte della zia e di averlo trovato occupato da Magrin e dalla sua ex compagna che erano ospiti della donna. L'uomo ha spiegato di averli tenuti dentro per oltre un anno senza pretendere nulla ma di aver dovuto pagare anche le bollette e di non poter sostenere  le spese di una seconda casa e per questo di aver messo in vendita l'appartamento.

Da qui la ricerca di un accordo e una soluzione alternativa.  "Ho segnalato la situazione sia ai servizi sociali del Comune di Treviso che all’assistente sociale dell’Usl 7 Pedemontana. Per la donna, seguita da un amministratore di sostegno, era stata trovata una soluzione nel padovano. Per l’uomo, invece, purtroppo non era stato possibile" ha raccontato l'avvocata dell'uomo e consigliere comunale del Pd Antonella Tocchetto.

Poi Magrin avrebbe lasciato la casa senza rivelare di dover vivere in un garage. "L’ultima volta che ho sentito Magrin era fine estate, mi aveva assicurato di aver trovato una nuova sistemazione e poi non ci sono stati più contatti, era una persona sfuggente. Da parte mia non c’è stato nessuno sfratto, dopo aver appurato che non c’era più nessuno in quell’appartamento ho iniziato a cercare una ditta per la disinfestazione e ho cambiato la serratura" ha ricostruito il proprietario di casa  al Corriere de Veneto. "Marco aveva avuto una sistemazione in cui non gli era mai stato chiesto un affitto, ma in cui la situazione era di abbandono poi lui ha detto di aver trovato una soluzione alternativa e se n’è andato, nascondendo il fatto che era andato a dormire in un garage" aggiungono dal centro sociale.

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