“Sesso senza consenso è stupro”: durante il processo a Ciro Grillo la protesta fuori dal tribunale
In occasione della udienza in programma oggi del processo per stupro a carico di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria e Edoardo Capitta, sulle scale del tribunale di Tempio Pausania si è tenuto un presidio femminista e contro la violenza sulle donne.
Per parte della mattinata, a conclusione di un corteo per l'8 marzo, sono rimasti appesi davanti al tribunale due striscioni: "Il sesso senza consenso è stupro" e "La vittimizzazione secondaria è violenza”. Concetti che rimandano a quanto succede in tribunale e ribaditi anche, con i megafoni, dai manifestanti intervenuti in Sardegna.
In aula i messaggi tra la presunta vittima e la sua migliore amica
Il processo a Ciro Grillo e i suoi tre amici è ripreso oggi, dopo l’udienza di ieri, nel tribunale di Tempio Pausania. Sul banco dei testimoni oggi la migliore amica norvegese della studentessa che ha denunciato lo stupro di gruppo avvenuto nella villa del fondatore del M5s in Costa Smeralda. Tra le due ragazze c'era stato uno scambio di messaggi nelle ore successive alla presunta violenza.
Messaggi confluiti all'interno degli atti del processo e che i periti tecnici hanno estrapolato dal cellulare di "Silvia". "Non riuscivo a dire di no e ad oppormi", uno dei tanti messaggi scambiati tra le due dopo il presunto stupro di gruppo. La ragazza, assistita da una traduttrice, è stata ascoltata questa mattina e ha risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso e del pool della difesa.
"Tutto il contenuto delle chat intercorse tra le due ragazze verrà periziato. Le domande a commento di una chat non erano ipotizzabili o ammissibili", ha spiegato l'avvocato Gennaro Velle, difensore di Corsiglia.
Processo Grillo: non escluso confronto presunta vittima e imputati
Ieri è stato invece ascoltato il padre dell'ex amica milanese della studentessa italo-norvegese, anche lei parte lesa per alcune fotografie che tre dei quattro imputati avevano scattato mentre lei dormiva sul divano nella villa di Beppe Grillo. L’uomo ha raccontato che la figlia, da allora, ha avuto frequenti attacchi d'ansia e di panico, che si isolava e ha saltato una intera sessione di esami.
Nell’udienza di ieri hanno deposto anche la sorella della principale accusatrice e lo psichiatria che ha in cura la studentessa dal 2020. La giovane, come ribadito anche dal medico esperto in disturbi del comportamento alimentare, soffre di un disturbo post traumatica da stress. Il processo in corso, anche se a porte chiuse, unito alla crescente pressione mediatica non l'ha aiutata. Per 6 udienze "Silvia" ha risposto a circa 1.400 domande, dopo le migliaia che le erano state poste durante le indagini. E il collegio della difesa non esclude di chiedere un confronto con gli imputati.
Per le prossime settimane il processo si ferma: si torna in aula il 2 e 3 maggio prossimi, quando verranno sentiti i periti e i tecnici e il collegio acquisirà le trascrizioni dei messaggi.