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Sesso per curare papilloma virus, i colleghi del ginecologo: “Si sapeva, lamentele da diverse donne”

Sesso per curare le pazienti dal papilloma virus, i colleghi del ginecologo Giovanni Miniello: “La sua condotta era nota, abbiamo ricevuto segnalazioni da diverse pazienti”
A cura di Gabriella Mazzeo
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I racconti di due ginecologi baresi sono finiti nell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per Giovanni Miniello, il medico finito al centro di un'inchiesta per presunti abusi su alcune pazienti alle quali avrebbe proposto rapporti sessuali come "cura" per il papilloma virus. "Conosco bene Miniello, perché su di lui ho già ricevuto lamentele di altri pazienti" hanno detto i due alle pazienti che si erano rivolte a loro dopo le violenze. Una delle due vittime è la prima giovane che ha sporto denuncia, mentre l'altra è una studentessa della Facoltà di Medicina che pochi giorni fa ha rilasciato una lunga testimonianza ai carabinieri sull'accaduto. Alle forze dell'ordine ha detto di aver parlato delle molestie già con un altro medico e di aver avuto la conferma che altre persone si erano lamentate della sua condotta.

Nei suoi confronti non era mai stata presentata alcuna segnalazione all'Ordine dei medici, come ha confermato il presidente Filippo Anelli, eppure la sua condotta era cosa nota nel Barese. "Quello che sta emergendo dall'inchiesta non era immaginabile e impressiona anche il fatto che la vicenda abbia coinvolto alcune specializzande" ha spiegato Anelli. In realtà nell'ambiente medico erano state molte a parlare dell'approccio del medico, anche se fino al novembre del 2019 nessuna aveva mai denunciato all'autorità giudiziaria.

Ad aver dato il via all'inchiesta una 36enne e una 26enne che sono ora assistite dallo stesso avvocato. Le due amiche hanno indicato a loro volta i nomi di altre persone che avevano subito avances simili. Altre querele sono state presentate alle autorità soltanto dopo la messa in onda del servizio televisivo delle Iene. Il 30 novembre scorso sono stati disposti per il ginecologo gli arresti domiciliari. Nonostante il fermo, le forze dell'ordine continuano a raccogliere segnalazioni. La Procura aveva ritenuto utili anche quelle presentate sei mesi dopo i presunti abusi, evidenziando che alcune ragazze avevano capito la gravità dei fatti solo dopo essersi confrontate con altre amiche. Il giudice però non ha condiviso tale impostazione, decidendo di valutare i casi più recenti.

I pm hanno ritenuto che le vittime fossero in una condizione di inferiorità psichica dovuta alla paura del rischio tumorale e alla fama del ginecologo. Secondo il gip, invece, nonostante il riconosciuto stato di soggezione, appariva "evidente l'assenza di una situazione di imminente pericolo per l'incolumità". Quando le vittime si sono rivolte però ad altri professionisti, hanno visto le loro lamentele interrotte sul nascere. "Non dirmi niente di Miniello, so tutto, non sei la prima", queste le frasi che si sono sentite rivolgere. Nonostante questo, però, nessuno ha inviato una segnalazione all'Ordine dei medici.

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