Sesso in canonica, trovati anche video porno: archiviati coi nomi dei papi
Continua l’inchiesta nei confronti dell’ex parroco di San Lazzaro (Padova) don Andrea Contin accusato di violenza privata e favoreggiamento della prostituzione. E i dettagli sugli oggetti sequestrati durante le perquisizioni nella canonica sono sempre più morbosi. Secondo quanto si legge sul Gazzettino, tra catene da bondage, falli in plastica di ogni dimensione e tipo, videocamere e vibratori, i carabinieri avrebbero trovato anche dei presunti dvd porno con le registrazioni di quanto avveniva dietro l’altare a porte chiuse. Forse nel tentativo di non dare nell’occhio dei parrocchiani che frequentavano la canonica della parrocchia, don Contin avrebbe etichettato ogni dvd con il nome di un Papa della storia della chiesa. Su quei supporti informatici in realtà sarebbero riportate le gesta erotiche del prete, in coppia o durante le orge con altri uomini, come descritto dalla donna che con la propria denuncia ha portato a galla una storia di violenze e soprusi che andava avanti da sei anni.
La vittima, rumena, si è rivolta nei giorni scorsi ai carabinieri sostenendo di essere stata l’amante di don Andrea Contin: ha affermato di aver subito comportamenti violenti nel corso di rapporti sessuali consumati col prelato. E, fatto più inquietante, di essere stata indotta a prostituirsi con altri uomini proprio dal prete. Tutte accuse che hanno spinto l’uomo di chiesa a lasciare la parrocchia e allontanarsi dal Veneto. Il sacerdote di 48 anni al momento è infatti irreperibile. Ma nel frattempo le indagini dei carabinieri non si fermano: ora l’obiettivo da una parte è cercare di capire se vi siano anche altre donne che possano avere avuto rapporti sessuali con il parroco di San Lazzaro, dall’altra si sta gettando luce sulle presunte “spese pazze” del prelato: don Contin infatti avrebbe speso duemila euro per un soggiorno di soli due giorni in un hotel di Roma. Com’era possibile tanta disponibilità economica per un semplice prete, è quello che si chiedono gli inquirenti.