Sesso estremo con l’ex marito: “Mi legava e mi frustava, poi mi pungeva con gli aghi”
E’ arrivato a conclusione il processo nei confronti del barista e gestore di locali Alessandro Carmignotto, 43 anni, di Cadoneghe (Padova), ma soprattutto maestro Shibari (l’antica arte giapponese della legatura). Una tecnica artistico-sessuale orientale, che l’ha reso famoso nella zona. Tanto che più di una donna si sarebbe avvalsa delle sue pratiche. Ad accusarlo però era la sua ex compagna, una commessa di Padova, con la quale ha avuto una relazione di 7 anni. Una 33enne di Cadoneghe alla quale avrebbe fatto sottoscrivere un contratto di schiavitù. La donna avrebbe così esaudito l’uomo in ogni suo desiderio di natura sessuale, fino a quando aveva deciso di lasciarlo. Da allora, a detta di lei, sarebbero iniziate le persecuzioni e si è così configurato il reato di stalking. Carmignotto è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione e al risarcimento di 50mila euro (20mila di provvisionale immediatamente esecutiva) nei confronti dell'ex compagna.
Nel corso del processo, la vittima ha raccontato di aver deciso di chiudere la relazione con l’uomo in quanto "non c’erano più limiti alla mia sicurezza personale", quindi aveva riferito delle pratiche a cui non era più disposta a sottoporsi, come frustate e aghi nelle parti intime, appesa con delle corde. Agghiacciante uno dei passaggi della denuncia della donna. “Mi scriveva spesso biglietti ma in realtà i suoi erano comandi. Quando rincasava voleva trovarmi nuda, in autoreggenti o con i tacchi. A volte voleva che lo aspettassi in ginocchio. E se non eseguivo gli ordini mi aspettavano gli aghi o le frustate: dieci sul seno, venti sul sedere, cinquanta nelle parti intime”. Per soddisfare le estreme pretese sessuali del coniuge, la 33enne aveva acconsentito a molte richieste dell’uomo, compresa quella di ‘aprire’ la coppia ad altre donne che si prestassero a quelle pratiche.