Sesso davanti al comando dell’Arma: “Un errore, ma non è con la gogna che dobbiamo pagare”
Sono stati sorpresi a fare sesso per strada, non in un luogo qualunque, ma proprio davanti alla caserma dei Carabinieri di Padova. Ripresi dalle telecamere di sicurezza presenti nei dintorni, l'artigiano di Camisano Vicentino e l'architetto veneziana protagonisti della vicenda sono stati rintracciati e multati: si parla di una sanzione molto alta, almeno 5000 euro. I cronisti del Mattino di Padova, una volta scoperte le generalità dei due amanti, hanno cercato un contatto telefonico e provato a parlare con l'artigiano della coppia. Al telefono di casa ha risposto la madre di lui, passando subito il telefono al figlio.
Con tutti i posti che c'erano, ma perché appartarsi proprio di fronte a una caserma dei carabinieri? "Macchè, davvero, non ci siamo accorti che eravamo davanti ai carabinieri e nemmeno ci eravamo resi conto della presenza delle telecamere. Non saremo certo rimasti lì altrimenti. Non c’era alcuna intenzione di fare una bravata. E comunque trovo assurdo che le immagini e la stessa notizia siano circolate", risponde il ragazzo, raccontando di aver passato la serata al Pride Village di Padova e di aver incontrato per caso la ragazza che, suo malgrado, è diventata la protagonista della chiacchieratissima vicenda. "Eravamo stati al Pride Village, poi abbiamo deciso di stare un po’ da soli e siamo usciti. Abbiamo cercato un posto appartato e quello ci sembrava fare al caso nostro. In giro non c’era nessuno". Un'amica incontrata per caso e nulla più, incontro che però è costato caro ai due focosi amanti.
Nonostante dalle immagini girate sui media locali e nazionali non sia riconoscibile, il ragazzo comunque non è affatto contento dell'improvvisa fama guadagnata. Il paese è piccolo, spiega, qualcuno potrebbe comunque capire che il protagonista del video è proprio lui. Insomma, secondo l'artigiano veneto quella accaduta sabato sera altro non è stata che una leggerezza, una leggerezza che "ci sta costando cara, in tutti i sensi". Il verbale dei carabinieri non è ancora arrivato, per cui il ragazzo al momento non sa quanto sarà costretto a pagare. "Mi hanno parlato di cinquemila euro. Una follia, non ci posso ancora credere".
"Mi pare evidente che abbiamo fatto una sciocchezza che nessuno dei due rifarebbe. Ma ripeto, la cosa che più mi dispiace è che questa vicenda sia diventata di pubblico dominio. Noi abbiamo sbagliato, ma non è con la pubblica gogna che dobbiamo pagare", conclude il trentenne.