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Sessismo negli esercizi di inglese: “Le ragazze non dovrebbero camminare da sole di notte”

In un libro di grammatica inglese per liceali è presente un esercizio che recita: “Le ragazze non dovrebbero camminare da sole di notte”. La denuncia arriva a Fanpage.it da una studentessa indignata, ma anche stupita dal fatto che nel tempo nessuno abbia mai corretto una frase così sessista.
A cura di Giusy Dente
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Non è la prima volta che un testo scolastico diventa oggetto di polemiche. Già è capitato che insegnanti, genitori e studenti stessi abbiano notato dei messaggi sbagliati, nelle pagine dei loro libri, mescolati alle nozioni di grammatica. Dal gettonatissimo "La mamma stira e il papà lavora" a "Lucia è grassa per la minigonna", gli esempi riportati in alcuni volumi fanno riferimento a stereotipi che contrappongono la figura maschile di successo a quella femminile subalterna o che propongono un modello di donna basato unicamente su caratteristiche fisiche. Una nuova riflessione sul tema è quella proposta da una studentessa del Liceo classico, che a Fanpage.it si è detta «disgustata» da una frase notata nel suo libro di grammatica inglese.

Sessismo nel libro di inglese

"Girls shouldn't walk all alone at night" si legge in un libro di grammatica inglese proposto a studenti del Liceo classico. Una di loro a Fanpage.it ha sottoposto la frase in questione, per richiamare l'attenzione su un tema di cui si parla da tempo: l'ancora persistente sessismo nei testi scolastici. La frase incriminata tradotta in italiano significa: "Le ragazze non dovrebbero camminare da sole di notte". Queste parole risultano offensive, soprattutto oggi, alla luce di recenti fatti di cronaca che hanno reso la questione della sicurezza stradale particolarmente urgente da risolvere. Il caso Sarah Everard ha messo in evidenza quanto le strade tutelino poco le donne, che però sono stanche di avere paura quando sono in giro da sole, sono stanche di dover cambiare percorso quando fa buio, sono stanche di prendere i mezzi con la paura di essere aggredite. Tra l'altro, come fa notare la ragazza, il libro in questione vede proprio una donna come co-autrice e sicuramente prima di arrivare sui banchi di scuola è stato sottoposto a revisioni su revisioni. «Come è possibile che a nessuno sia mai venuto in mente di eliminare una frase tanto sbagliata?» si è chiesta la studentessa, che in realtà ha le idee molto chiare in merito. «La cultura dello stupro è talmente radicata nella nostra società che non è neanche ritenuta una cosa sbagliata; perfino un/una docente arriva a scriverlo in un libro di testo» ha spiegato. Difatti fa notare: «La cosa che mi ha lasciato stupita è che tra tutte le frasi che si possono creare con “should” gli autori abbiano proprio scelto quella e non “boys shouldn’t rape girls”»: è la donna a dover avere paura quando è in strada da sola insomma, non l'uomo che dovrebbe essere educato a non stuprarla.

Parità di genere, dentro e fuori i libri

Il progetto POLITE (acronimo di Pari Opportunità nei LIbri di TEsto) risale al 1999 ed è nato proprio per promuovere una riflessione sulla lotta agli stereotipi nei libri di testo, per migliorarli ed eliminare nel settore editoriale ogni forma di discriminazione legata al sesso. Le indicazioni del POLITE non sono state adeguatamente adottate, visto che ancora oggi si portano avanti immagini stereotipate delle figure maschili e femminili, della maternità e della paternità. Invece per promuovere una cultura paritaria è importante dare una rappresentazione equilibrata che dia spazio non solo a uomini ingegneri e donne maestre, ma dove ci sia posto anche per donne che vanno sulla Luna e uomini che lavano i piatti. E soprattutto, dove non venga consigliato alle ragazze di avere paura quando attraversano la strada da sole: sono le strade che devono essere rese posti sicuri, alla portata degli uomini tanto quanto delle donne.

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