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Covid 19

Serrande alzate e tutti in piazza, la protesta dei negozianti in tutta Italia: “Fateci riaprire”

Sono migliaia di negozianti da nord a sud che in queste ore hanno deciso di prendere parte a movimenti di protesta, scendendo in strada davanti ai loro negozi e aprendo le serrande dei locali commerciali per chiedere al più presto provvedimenti per poter riaprire e tornare a lavorare. “Rispettando le regole le attività potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca” ha spiegato oggi il Premier Conte.
A cura di Antonio Palma
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Sfidando i divieti imposti dal lockdown e rischiando così anche multe salate, migliaia di negozianti da nord a sud in queste ore hanno deciso di prendere parte a movimenti di protesta, scendendo in strada davanti ai loro negozi e aprendo le serrande dei locali commerciali per chiedere al più presto provvedimenti per poter riaprire e tornare a lavorare. Si tratta di iniziative nate a livello locale, spesso attraverso gruppi social su Facebook, ma che rispondono a un diffuso sentimento della categoria che ritiene di essere stata abbandonata e chiede di poter tornare a lavorare al più presto, pena una crisi economica senza ritorno che imporra a moltissimi di loro di chiudere per sempre.

Commercianti esasperati chiedono di riaprire

Le prime proteste sono andate in scena già nei giorni scorsi, dalla Sicilia alla Valle D'Aosta dove in tanti hanno alzato le  serrande e acceso le luci dei negozi, dei bar e dei ristoranti per protestare contro le restrizioni dell'ultimo Dpcm. Aperture simboliche visto che in tutti i casi i locali sono rimasti chiusi al pubblico e con la sola presenza del gestore ma che sono stati un segnale importante dell'esasperazione  di tanti negozianti. Le proteste sono proseguite anche oggi venerdì 1 maggio, giornata del lavoro, dove in molte città dal Veneto alla Liguria, passando per la Toscana sono state organizzati flash mob da parte di commercianti stremati da due mesi di lockdown.

Conte: "Rispettate le regole e potrete rialzare prima la saracinesca"

La richiesta unanime è di poter riaprire al più presto, già all'inizio di maggio. C'è chi lo fa ricordando che nella propria regione o provincia la situazione dei contagi è più tranquilla, in particolare al sud, e chi ricordando che la categoria è ormai in ginocchio perché continua a pagare utenze e affitti e senza poter incassare nulla. "Sono sicuro che, con il rispetto delle regole adottate, in alcuni territori si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio. E le attività potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca: se abbassiamo il rischio di contrarre il virus e rispettiamo i protocolli di sicurezza, tanti clienti torneranno senza essere bloccati dalla paura" ha spiegato oggi il premier Giuseppe Conte, rispondendo al messaggio proprio di un negoziante, un barbiere, che chiedeva provvedimenti urgenti. Le proteste però proseguiranno anche nei prossimi giorni. Tante le associazioni di categoria che stanno organizzando altri gesti di "disobbedienza civile", aprendo i negozi anche  senza vendere o far entrare clienti.

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