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La morte di Liliana Resinovich

Sergio Resinovich a Fanpage.it: “Mia sorella Liliana? Non si è suicidata ed è stata congelata”

A due anni dalla scomparsa di Liliana Resinovich, la famiglia continua a sostenere che la morte di Lilli non sia un suicidio. Da una nuova autopsia dovrebbe emergere la verità. Intervista al fratello Sergio: “Oggi sono due anni che sto scontando l’ergastolo del dolore”.
A cura di Olga Mascolo
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Liliana Resinovich col fratello Sergio e la nipote
Liliana Resinovich col fratello Sergio e la nipote
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“Oggi sono due anni e io praticamente sto scontando l'ergastolo del dolore”. Risponde così al telefono Sergio Resinovich, il fratello di Liliana, che non riesce a spiegarsi le circostanze della morte di sue sorella.

Scomparsa il 14 dicembre di 2 anni fa, Liliana Resinovich venne ritrovata il successivo 5 gennaio in posizione fetale, nel parco di San Giovanni a Trieste, con il capo avvolto in due sacchetti biodegradabili legati al collo da uno spago non stretto. Il resto del corpo avvolto in due sacchi della spazzatura non sigillati.

Da allora il fratello non riesce a darsi pace: chi ha fatto del male alla sorella Lilli? Le prime indiscrezioni che trapelarono ai giornalisti in seguito all'ispezione sul posto del medico legale Fulvio Costantinides poi raggiunto dalla pm Maddalena Chergia, fu che nonostante le circostanze, si trattasse di suicidio.

Ipotesi iniziale poi confermata dalla richiesta di archiviazione dal Procuratore di Trieste Antonio De Nicolo, che scrisse nero su bianco che Liliana si sera suicidata, ed era morta per lenta asfissia causata dal sacchetto.

Ma il gip Luigi Dainotti ha rigettato la richiesta di archiviazione, chiedendo ulteriori indagini e soprattutto iscrivendo nel fascicolo a carico di ignoti il reato di omicidio volontario. Quel 5 gennaio non fu rilevata né la temperatura esterna, né la temperatura del corpo di Lilli. Dati importantissimi per datarne la morte e non solo. Il corpo di Lilli verrà riesumato, e l'autopsia verrà effettuata dalla professoressa Cristina Cattaneo, incaricata dalla Procura di Trieste.

Il ricordo di Liliana Resinovich a due anni dalla scomparsa
Il ricordo di Liliana Resinovich a due anni dalla scomparsa

“Non so se hai visto ‘Chi l'ha visto?‘, ieri”, ci chiede Sergio Resinovich. Nella puntata c'è una intervista al marito di Liliana, Sebastiano Visintin, che si mostra alle telecamere mentre si tuffa con l'acqua alla temperatura di 6 gradi. “Dimmi te il marito, che cerca la verità e vuole sapere… fa la sauna, si butta in acqua, si fa riprendere in più punti, ma scherziamo?”

Sono passati due anni e voi ancora come famiglia non sapete niente

Niente, non sappiamo niente.

I familiari chiedono verità per Liliana
I familiari chiedono verità per Liliana

Voi però dal primo giorno avete pensato che non fosse un suicidio

Sono tuttora sicuro che non si tratti di suicidio, poi vedendo le carte, vedendo le indagini, non capisco come la Procura abbia potuto stabilirlo. Come te lo spieghi oggettivamente?

Quali sono i punti che non ti convincono?

Il sostituto procuratore spiega i lividi sul viso dicendo che Lilli avrebbe sbattuto la faccia sugli alberi nel bosco. Ma scherziamo? Non so più cosa pensare. Io avevo chiesto al marito Sebastiano di andare a cercarla insieme e lui mi aveva detto di aspettare. All'inizio ho pensato che avessero litigato e che lei si fosse nascosta. Lui ci ha preso in giro per 30 anni.

Pensi che lui sia responsabile della morte di Liliana?

Non so se è responsabile materialmente, però lui sa di sicuro cosa sia successo.

Che interesse poteva avere Sebastiano nella morte di Liliana?

È palese. Tre giorni dopo mi ha chiamato nel suo “studio” (laboratorio) e mi ha detto che non riusciva a vivere senza Liliana perché aveva una pensione di 560 euro al mese. Quindi un interesse economico.

Nel senso che lui aveva paura che se lei fosse andata via con Claudio, come ci racconta proprio Sterpin, lui sarebbe rimasto senza soldi?

Sì. Lui voleva ereditare soldi di Lilli e la sua pensione di reversibilità. E infatti ha avuto tutto quello che doveva avere, legalmente.

(Ricordiamo che Sebastiano Visintin non è mai stato, ad oggi, indagato per la morte della moglie).

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)

Per come conosci Liliana, secondo te lei si sarebbe suicidata senza lasciare una lettera?

Nemmeno per idea. In primo luogo lei non si sarebbe mai suicidata, perché aveva tante cose per la testa. Voleva bene a mia figlia, era come se fosse sua perché lei non aveva figli. Era orgogliosa che lei studiasse, che andasse bene all'università. Aveva degli obiettivi per l'anno a venire: doveva accompagnarla a Londra, lì aveva un'amica che voleva andare a trovare. Mai più avrebbe pensato al suicidio. Mai. E poi aveva paura di farsi del male… figuriamoci se si sarebbe suicidata in quel modo, nemmeno per idea. Avrebbe piuttosto preso delle pastiglie, a casa, a letto. L'hanno trovata, con i vestiti integri, in quel bosco, ed è strano: lì è pieno di rovi, si sarebbe almeno strappata il giubbotto. Invece aveva le scarpe pulite, una sì e una no: ma come ci è finita così, saltellando su un piede? Non è plausibile.

Dici che è stata portata lì, non ci è arrivata da sola?

Sì.

Parliamo di due anni fa. Tu quando l'avevi sentita Liliana?

Due giorni prima, per messaggio. Ci siamo visti il 6-7 dicembre, e abbiamo preso il caffè assieme. Via whatsapp ci sentivamo tutti i giorni. Era tranquillissima. Aveva parlato con mia moglie, con mia figlia, aveva raccontato di essere stata dalla parrucchiera per avere i capelli a posto per Natale. Il giorno della scomparsa lei ha ricevuto i miei messaggi e non mi ha risposto. Dopo pranzo ero preoccupato, e l'ho chiamata. Mi ha risposto Sebastiano, e mi ha detto che Liliana era uscita lasciando i telefoni a casa. È stata come una picconata sulla schiena, mi sono allarmato: Liliana non usciva mai senza cellulare. Lei era abitudinaria e precisa.

Ti aveva dato delle informazioni sul suo conto in banca, quanto tempo prima?

Ad agosto, l'ho accompagnata a casa con la spesa, ho bevuto una birra e mi ha mostrato dei quadri con dietro dei codici della banca. Lei me li ha fatti vedere, perché, mi dice, “Non si sa mai”. E mi ha detto che Sebastiano non ne sapeva niente. Io le ho mostrato la mia app della banca, e basta. Quando sono andata a casa sua dopo la sua scomparsa non c'era più niente dietro al quadro.

Hai mai pensato che potessero essere delle sue ultime disposizioni, prima di suicidarsi?

No, assolutamente no. Anzi col senno di poi ho pensato che lei stesse riflettendo sul fatto di andare via di casa con Claudio, e io avrei fatto da tramite per recuperare le sue cose in casa in cui non sarebbe più tornata, tra cui i codici della banca.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Lei ti aveva mai parlato di un rapporto che non funzionava con Sebastiano?

No. Glielo avevo chiesto, lei mi aveva detto che era tutto come al solito.

Ieri a "Chi l'ha visto?" hanno mostrato le immagini della prima ispezione sul corpo di Liliana, quando hanno trovato il corpo. Gli ispettori hanno agito come se fosse un suicidio.

Penso che le indagini siano partite male e siano state svolte anche peggio, per chiuderle prima. Loro erano convinti del suicidio e basta. Non so perché, non riesco a capire, perché anche se fosse stato un suicidio, dovevano comunque indossare le tute bianche e usare tutte le attenzioni del caso.

A maggior ragione se trovi la testa in un sacchetto, legata da uno spago…

Sì, devi dimostrare che sia suicidio e non il contrario. Forse non volevano indagare di più, volevano chiudere in fretta, come se mia sorella fosse una morte di serie B. Una persona che ha lavorato tutta la vita, che ha pagato i contributi con cui lo Stato sostiene le spese per la giustizia… non hanno fatto niente.

Per queste ragioni hanno deciso di riesumare il corpo e di fare l'autopsia da zero

Plausibile per spiegare meglio i segni che Liliana ha sul corpo e spero che la dottoressa Cattaneo rispetti la fama che ha e che dia delle risposte. Che si pensi all'omicidio e non al suicidio.

Hai parlato dei segni, sul corpo

Sì ci sono delle botte in faccia, sulla mano, sul seno destro e coscia destra come se fosse stata strattonata o spinta. Ci sono dei segni oggettivi: ho visto le foto, e i segni si vedono. Vorrei che la professoressa Cattaneo li spiegasse.

E anche non è stata rilevata la temperatura del corpo, al tempo.

Sì, infatti durante la prima ispezione dicono che non ci fosse odore, e questo è molto strano. Per me era congelata. Però sono chiacchiere, da due anni parliamo e ci chiediamo se sapremo mai la verità.

E oggi, anniversario della sua scomparsa, come avete ricordato Liliana?

Siamo stati al cimitero sulla sua tomba. C'era mia cugina Silvia, Claudio Sterpin, i vicini Gabriella e Salvo, e anche l'amica Lucia: abbiamo messo un fiore. E ci ha ripreso Rai 2.

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