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Sequestro Moro, il mistero delle borse. Fotografo: “Dopo un’ora da agguato erano nell’auto”

Le borse del presidente della DC non furono prese dai brigatisti in Via Fani, come hanno sempre raccontato i terroristi e come fu dichiarato alla moglie: esse erano invece ancora nell’auto da cui Moro venne sequestrato.
A cura di D. F.
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Due delle cinque borse che Aldo Moro portava con sé la mattina del 16 marzo 1978 non furono prese dai brigatisti in Via Fani, come hanno sempre raccontato i terroristi e come fu dichiarato alla moglie Eleonora accorsa sul posto intorno alle 9.30, ovvero circa trenta minuti dopo l'agguato. Quelle due valigette, contenenti documenti strettamente riservati e alcuni oggetti del leader della Democrazia Cristiana, alle 10 "ricompaiono" all'interno della Fiat 130. A scattare le fotografie che dimostrano la presenza delle borse fu il fotografo Attilio Cristini, che giunse in Via Fani poco dopo le 10, quando i corpi degli uomini della scorta erano già stati portati via. A pochi giorni dal 39esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro, in un'intervista che verrà pubblicata su "Conquiste del Lavoro", Cristini racconta: "La sera sviluppai il rullino, che conteneva anche le foto della manifestazione dei sindacati in Piazza San Giovanni nel primo pomeriggio. Di quelle borse nelle settimane successive non aveva parlato nessuno".

Nel 1993 una rivista chiede a Cristini una serie di immagini significative degli ultimi 20 anni di vita italiana: "Ho tirato fuori i negativi e ho scoperto con un giornalista di Repubblica che non c'erano da nessuna parte foto uguali alle mie, dove si vedevano quelle borse", ricorda. Mistero nel mistero: il 9 maggio '78 i brigatisti lasciarono nella Renault Quattro in Via Caetani alcuni oggetti (un orologio, il misuratore di pressione, le chiavi degli uffici) contenuti proprio in una di quelle due borse. Come facevano ad avere quegli oggetti?

Il 16 marzo 1978 l'auto che trasportava Aldo Moro, dalla sua casa  nel quartiere Trionfale zona Monte Mario di Roma alla Camera dei deputati, dove il politico avrebbe dovuto assistere alla presentazione del governo, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Stresa e via Mario Fani. Gli uomini delle BR uccisero, nel giro di pochi secondi, i cinque membri della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della DC.

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