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Sequestro da mezzo milione di euro per il Papeete: è lo stabilimento frequentato da Salvini

Sequestro preventivo per 500mila euro per il Papeete, il lido frequentato da Matteo Salvini in estate e da dove l’ex ministro dell’Interno ha tenuto alcune conferenze stampe nell’estate del 2019. Il sequestro nasce da un’inchiesta sulla società Mib Service, accusata di aver emesso fatture per operazioni inesistenti. Massimo Casanova, eurodeputato della Lega e patron del Papeete, respinge le accuse.
A cura di Stefano Rizzuti
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In Italia lo conoscono tutti da poco più di un anno, da quando Matteo Salvini – allora ministro dell’Interno – aveva in qualche modo aperto la crisi di governo in conferenza stampa mentre era in vacanza lì. Ora il Papeete torna agli onori della cronaca per un sequestro preventivo di circa mezzo milione di euro. Il sequestro è stato disposto dal gip di Ravenna, su richiesta dei pm della procura Alessandro Mancini e Monica Gargiulo. Il sequestro riguarda la società che amministra il Papeete e Villa Papeete. Proprio i locali diventati noti dopo le vacanze di Salvini, che al lido balneare ha passato qualche giorno di vacanza nel 2019. Quando era ministro dell’Interno e si aprivano le prime crepe nella maggioranza.

L’inchiesta che ha portato al sequestro riguarda la società Mib Service, specializzata in consulenze nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento. I suoi legali rappresentanti sono indagati per emissione di fatture per operazioni ritenute inesistenti. Gli inquirenti ritengono che da queste fatture abbiano tratto vantaggio alcune imprese, tra cui proprio quella del Papeete. Le fatture di Mib Service contestate ammontano a un valore stimato di circa 5,6 milioni di euro, con un totale di 122 contratti stipulati tra il 2013 e il 2017.

L’inchiesta era partita da una verifica fiscale della guardia di finanza sulla srl, che utilizza un sistema che gli inquirenti ritengono collaudato con l’obiettivo di frodare il fisco. Nel decreto di sequestro per quasi 6 milioni di euro, risalente a giugno, si legge che la società sarebbe considerata “di comodo, strutturalmente inesistente”, oltre che creata per “la commissione di attività illecite”. I difensori ritengono che i contratti siano pienamente legali e avevano fatto richiesta di riesame del sequestro, ma per il tribunale la contestazione di associazione per delinquere era fondata.

Casanova, eurodeputato della Lega e patron del Papeete: "Non esiste reato"

"Ho la certezza da parte dei miei legali e per la mia buonafede che non esiste reato". Raggiunto dall'AdnKronos, Massimo Casanova, eurodeputato della Lega e patron del Papeete, respinge le accuse di evasione fiscale che arrivano sul locale. "L'unica cosa che chiedo è che accelerino per fare chiarezza sul caso", dice Casanova riferendosi all'inchiesta che ha portato il Gip del Tribunale di Ravenna a disporre un sequestro preventivo di 500mila euro sulle due società che gestiscono Papeete e Villa Papeete, a Milano Marittima. "Io – assicura all'AdnKronos – sono più che sereno. Sono eurodeputato e possiedo una delle società più controllate d’Italia, figuriamoci se mi metto a fare furbate di questo tipo". E ancora: "Sono più che tranquillo e certo che anche questa volta i fatti mi daranno ragione, così come accaduto nell'ambito della scorsa vicenda giudiziaria in cui venni accusato di presunti abusi edilizi nella mia proprietà pugliese, a Lesina". "Il tutto – ricorda della vicenda pugliese – si è chiuso ormai mesi or sono con l'archiviazione per mancanza di prove".

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