Sequestrano, picchiano e rapinano un uomo per ‘vendetta’ ma era l’obiettivo sbagliato: quattro arresti

Hanno sequestrato, colpito con calci e pugni e rapinato di 800 euro in contanti e di un i-Phone un uomo per ‘vendetta', convinti che fosse l'autore di una rapina da mille euro subita poco prima da un pensionato a Belpasso, nel Catanese. Ma la vittima dell'aggressione era l'uomo sbagliato.
Sarebbe questa la ricostruzione dei Carabinieri che ha portato all'arresto dei quattro presunti autori della rapina. Si chiamano Alessio Stimoli, 25 anni, Giuseppe Musumeci, di 54, e Santo Pulvirenti, di 25, destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari Pietro Currò.
Per il quarto indagato, il 27enne Gabriele Salvatore Stimoli, il gip ha disposto i domiciliari con l'obbligo dell'uso del braccialetto elettronico.
La vicenda al centro dell'inchiesta della Procura di Catania risale al 27 marzo scorso, quando aBelpasso un pensionato era stato avvicinato da una giovane che lo aveva distratto chiedendogli un'informazione. Intanto, un complice gli aveva rubato mille euro dal borsello.
La vittima aveva raccontato l'accaduto a suo figlio e dell'episodio era venuto a sapere anche un loro conoscente, tale ‘Pippo di San Pietro Clarenza', che avrebbe reagito affermando che "queste cose a Belpasso non devono succedere".
All'insaputa della vittima e dei suoi figli l'uomo, insieme a tre complici, avrebbe deciso di recuperare i soldi rubati e dare una lezione al bandito. La loro attenzione era ricaduta su un uomo che casualmente era a Belpasso per incontrare una donna, sposata, che aveva conosciuto su Tik Tok, che per non fare vedere di conoscersi camminavano distanziati.
Un atteggiamento ‘sospetto' per i quattro che si erano convinti che fossero loro i rapinatori del pensionato ed erano passati all'azione. Avevano fermato l'uomo costringendolo a salire su un furgone, bloccandogli braccia e gambe, colpendolo ripetutamente con schiaffi e pugni su tutto il corpo.
Alla fine del viaggio lo avevano gettato fuori dal veicolo e, minacciandolo di morte, si erano impossessati del suo cellulare e di 800 euro. Soldi che erano stati consegnati a uno dei figli del pensionato affermando: "Non ti interessa come li ho recuperati, l'importante è che li hai riavuti".
All'identificazione dei quattro i Varabinieri sono giunti grazie alla collaborazione della vittima, della donna, dei figli del pensionato e di altri testimoni, oltre alla visione di immagini riprese da sistemi di videosorveglianza.