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Separazione e divorzio nello stesso giorno, a Verona coppia diventa ex con singola sentenza

La prima sezione civile del Tribunale di Verona ha reso realtà uno dei punti-cardine del nuovo diritto di famiglia. Una procedura lampo che permette ai due coniugi di risparmiare tempo ma anche soldi per avvocati e contributi pubblici.
A cura di Antonio Palma
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La separazione e il divorzio nello stesso giorno è già realtà. Ancora prima del via libera della Cassazione, arrivato la scorsa settimana, a Verona infatti una coppia è diventata ex con una unica sentenza grazie alle nuove norme introdotte dalla riforma Cartabia che permettono il ricorso congiunto per separazione e divorzio con un unico atto. La coppia veneta infatti è riuscita a ottenere l’ok al cosiddetto divorzio breve senza dover aprire due procedimenti distinti.

La sentenza risale allo scorso 20 giugno, quando la prima sezione civile del Tribunale di Verona ha reso realtà uno dei punti-cardine del nuovo diritto di famiglia, in anticipo rispetto al via libera definitivo della Suprema Corte. “Alla luce delle disposizioni processuali introdotte dalla cosiddetta ‘riforma Cartabia' si deve ritenere che sia ammissibile il cumulo delle domande di separazione consensuale e di divorzio congiunto, non ostandovi neppure ragioni di carattere sostanziale, tenuto conto del percorso di graduale, ma incessante, superamento del principio di indisponibilità dei diritti in materia matrimoniale” scrivono i giudici veronesi nella sentenza riportata dal Corriere del Veneto.

Una procedura lampo che permette ai due coniugi di risparmiare tempo ma anche soldi per avvocati e contributi pubblici. Fino ad oggi infatti le due persone che volevano divorziare dovevano firmare davanti a un avvocato un accordo per la separazione, poi aspettare sei mesi, e quindi tornare dall'avvocato. Infine depositare un nuovo ricorso e attendere la sentenza.

Con la nuova normativa in merito, invece, dopo la firma congiunta dei due coniugi nello stesso giorno, il tribunale emetterà la sentenza entro sei mesi senza nessun ulteriore procedimento. In realtà la norma aveva creato squilibri tra diversi Tribunali. C’era chi aveva dato l’ok, come a Verona, e chi aveva dichiarato inammissibile la presentazione della domanda congiunta dei coniugi, interpretando la norma come limitata a soli casi di contenzioso tra coniugi. La Cassazione però ha messo un punto sulla questione approvando l’interpretazione estensiva del provvedimento.

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