Senzatetto morto nel dehors di un bar: “Raccogliamo fondi per seppellirlo in Marocco”
Di Mostafà i suoi amici del mercato dicono che era una persona gentile, con una naturale eleganza e buona disposizione d'animo, che era molto conosciuto nel quartiere. La sua storia di dolore è forse uno dei motivi per cui il suo lento declino lo ha condotto alla morte nel dehors di un bar di Corso Re Umberto, in centro a Torino.
"Conosceva 5 o 6 lingue, aveva due lauree – mi racconta Luciano De Simone, fotografo e regista – ed è arrivato qui in Italia dopo una tragedia personale. Aveva visto morire sua moglie e i suoi due figli piccoli in un incidente stradale. Credo fosse questa la ragione di quel velo di tristezza che si portava addosso"
"Lo consideravo un vero amico – mi spiega Luca Papalia, commerciante del mercato – chiacchieravamo insieme tutti i giorni, gli allungavo ogni tanto qualche euro e lo faceva anche mia moglie, ho provato anche a dargli un piccolo magazzino per dormirci dentro ma purtroppo non si poteva andare avanti. Ultimamente si era rifugiato sempre più spesso nel suo vino bianco, ma nonostante questo non ha mai dato fastidio a nessuno"
"Aveva un banco di fiori in questo mercato – mi dice Luciana Abburà, anche lei con un banco al mercato di via San Secondo – poi era stato multato dai vigili per qualche problema di licenza e aveva cominciato a vendere i fiori dalla macchina nella quale viveva. Poi una notte perse anche la macchina, che fu travolta da un tram. Da allora viveva per strada".
Mostafà adesso non c'è più ma i suoi amici e conoscenti del mercato stanno raccogliendo dei soldi per mandare la salma in Marocco, a Marrakesh, dove ci sarà il fratello ad attenderlo.